Rieti, scuola: i sindacati contro le direttive dell’Usr. Problemi con i diversi orari d’ingresso

Scuola (Archivio)
di Samuele Annibaldi
2 Minuti di Lettura
Martedì 29 Dicembre 2020, 00:10

RIETI - «Decisioni incomprensibili», le hanno definite i sindacati della scuola quelle dell’Ufficio scolastico regionale che in una nota pubblicata alla vigilia di Natale detta istruzioni per il riavvio dell’attività didattica in presenza, a partire dal 7 gennaio. Le organizzazioni sindacali (Snals, Cgil, Cisl Uil e Gilda) sottolineano che le soluzioni adottate non potranno non determinare che problemi alle scuole. «Il rientro a scuola in condizioni di totale sicurezza e funzionalità – spiega Luciano Isceri dello Snals - è interesse primario di tutte le componenti scolastiche, riteniamo che l’esercizio del pieno diritto allo studio possa realizzarsi solo tramite soluzioni attente alle peculiarità territoriali e adattate alle specificità dei singoli istituti». In particolare, le criticità rilevate riguardano lo sfasamento degli orari d’ingresso che, oltre i trasporti da rimodulare, determinano problemi di coordinamento tra le istituzioni scolastiche, soprattutto negli istituti tecnici e professionali nei quali si registra un orario delle lezioni particolarmente lungo con l’ingresso alle 10 che dilata oltre misura gli impegni scolastici degli studenti, ai quali vanno aggiunti i tempi di spostamento per raggiungere le scuole, distribuite sul territorio in modo molto meno capillare di quanto accada per il primo ciclo di istruzione. Nei licei, in cui il minor carico orario è compensato dalla necessità di uno studio teorico più intenso, questo determinerà la rinuncia di ogni possibile ipotesi di attività formative non scolastiche. Non sarà possibile alcuna attività di recupero e il prolungamento dell’orario delle attività didattiche pomeridiane determinerà la totale riorganizzazione dell’orario dei docenti e la turnazione del personale Ata. «Peraltro – dice Isceri - il quadro di riferimento assunto dai tavoli prefettizi è mutato proprio in questi giorni, poiché l’iniziale previsione del 75% delle presenze a scuola è stata ridotta dal Ministero al 50%, almeno fino al 16 gennaio. Ci si doveva aggiornare per discuterne ieri, ma si è invece preferita un’accelerazione incomprensibile delle decisioni, la cui scarsa funzionalità non potrà che aggiungere elementi di difficoltà alla prosecuzione dell’anno scolastico, di cui non si avvertiva francamente alcuna necessità».

© RIPRODUZIONE RISERVATA