Di questi tempi un po’ di luce aiuta, e la lucerna passa dal vescovo Domenico all’imam Ahardan, all’avventista Sabrina Casciola, a padre Gabriel degli ortodossi ucraini, a padre Kingsley della Glorius Gospel di Cristo, ai monaci buddisti di Santacittarama di Poggio Nativo fino ai buddisti di Soka Gakkai.
«C’è paura dello straniero, non dobbiamo avere paura di riconoscerlo ma guai a chi la cavalca questa paura - ha detto il vescovo Pompili - di fronte alla sfida antica e sempre nuova delle migrazioni serve responsabilità e anelito alla pace». In piazza a fare circolo tanti rifugiati e tanti operatori delle cooperative di accoglienza e dei progetti Sprar di Comune e Caritas: a testa alta, ma non senza qualche timore. Anche a Rieti si è fatto difficile vedere uomini e riconoscere fratelli. La lucerna quest’anno sarà custodita in San Francesco. Poi passerà alla moschea.
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