Voragine debitoria senza fine, Comune sull'orlo del dissesto

Voragine debitoria senza fine, Comune sull'orlo del dissesto
di Raffaella Di Claudio
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Martedì 28 Luglio 2020, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 15:48

RIETI - Alcuni debiti erano sconosciuti anche all’ufficio ragioneria, ma dopo mesi di lavoro sono saltati fuori mettendo il Comune di Poggio Nativo di fronte a un bivio: riuscire a sostenere un piano di riequilibrio ventennale o dichiarare il dissesto. La situazione è drammatica: oltre 2 milioni e 600 mila euro di buco risalenti alla gestione amministrativa di Giuseppe Carconi e Vittore Antonini di cui la sindaca Veronica Diamilla ricostruirà la genesi nel consiglio comunale del 7 agosto.

«Ci è voluto più di un anno per avere contezza della quantità di debiti accumulati e forse alcuni continueranno con il tempo a uscire fuori dai fascicoli o dai decreti ingiuntivi che ci vengono recapitati – esordisce la sindaca Veronica Diamilla - Oltre a un problema strutturale di bilancio, che ha portato a 750 mila euro di disavanzo, emergono quasi 3 milioni di debiti fuori bilancio. Nei confronti di Enti come Inps (oltre 500 mila euro), Acea, Asm, Enel (circa 700 mila euro) ma anche nei confronti di imprese del territorio per lavori e forniture, fatti fuori da ogni regola amministrativa e contabile, ovvero non impegnate e quindi mai pagate (circa 350 mila euro). Per non parlare di circa 100 mila euro di spese legali». 

La ricognizione. In queste ore il lavoro dell’amministrazione è incessante. «Il 31 luglio – prosegue la prima cittadina - approveremo il rendiconto di gestione nel quale dichiareremo il disavanzo e che non siamo in grado di coprire i debiti fuori bilancio. Successivamente in un consiglio che ci sarà tra fine agosto e inizi settembre presenteremo il bilancio di previsione e il piano di riequilibrio se ci saranno margini, altrimenti non approveremo il documento finanziario e dichiareremo il dissesto». Le riflessioni della maggioranza Diamilla sono relative all’effettiva sostenibilità del piano. «Stiamo valutando – spiega l’amministratrice - Con una situazione del genere in un Comune come il nostro significa tagliare i servizi a domanda individuale (dai trasporti alla mensa) sperando di riuscire a sostenere una rata, che sicuramente non sarà più bassa di 150mila euro l’anno, per pagare il piano di riequilibrio. Ma la vedo difficile». 
Se l’Ente andrà in dissesto, però, Diamilla e i suoi non abbandoneranno la nave.

«Noi vogliamo restare». «Nel caso del dissesto la mia maggioranza ha deciso di rimanere – assicura - perché vogliamo essere al fianco di un’eventuale commissione ministeriale che verrà inviata per fare in modo che le scelte vengano calibrate visto che il dissesto ricade in maniera dura sui cittadini. Dall’altro lato, vorrei cercare di lavorare su nuovi finanziamenti per far muovere qualcosa e continuare a progettare. Rimaniamo cinque anni e cerchiamo di racimolare tutto quel che possiamo. E’ indispensabile dare un segnale di un paese che va avanti nonostante il dissesto». 

Intanto, tutto sarà illustrato nel prossimo consiglio comunale. «Informeremo i cittadini su tutte le situazioni che si prospettano sia in caso di predissesto che con il dissesto. Poi da qui a un mese prenderemo la decisione. Nel frattempo – anticipa in chiusura Diamilla - prepareremo relazioni precise su tutto e le manderemo alla Procura della Corte dei conti che speriamo guardi quello che è stato fatto e individui le responsabilità perché ridurre così un Comune, consapevolmente, è inaccettabile». 

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