Rieti, Imun, il filo rosso tra il liceo
e il mondo della diplomazia visto
dallo Juccino Francesco di Mario

Rieti, Imun, il filo rosso tra il liceo e il mondo della diplomazia visto dallo Juccino Francesco di Mario
di Vittorio Giuliano
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Giovedì 31 Gennaio 2019, 09:31
RIETI - Gennaio 2019, nella suggestiva cornice dell'Auditorium Della Conciliazione di Roma risuonano, come un'eco di buon augurio le parole,del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti:  “Qui la speranza di una futura classe dirigente con gli occhi aperti sul mondo".

Si apre così la simulazione di una riunione dell’Assemblea Generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. I silenzi delle stanze del Centro Congressi Cavour, e della bellissima camera dei deputati di Montecitorio, sono riempiti dai “Dear Delegates, We stand against, Honorable Chair” di liceali che condividono la passione riguardo tematiche di caratura internazionale.

E’ iniziato IMUN, Roma. L'italian model united nation, è un progetto che nasce 8 anni fa, dal nucleo di amici che oggi sono le fondamenta di United Network, con il fine di trasformare, per una settimana, gli studenti di licei in delegati delle nazioni unite.

Il progetto comprende due momenti. Quello iniziale, nel quale viene comunicato ai partecipanti un paese dell’ONU, una commissione ed un tema da trattare. A partire da quel momento i ragazzi diventeranno,  delegati della nazione assegnata, e dovranno studiare il problema in questione e la politica nazionale a riguardo. La conoscenza ottenuta servirà per costruire un’idea che i ragazzi, in formal dress proprio come dei diplomatici, dovranno portare avanti con le argomentazioni più convincenti possibili nella seconda parte, quella più viva del gioco: la simulazione vera e propria di una plenaria delle nazioni unite.

La logica di apprendimento che sta alla base del progetto è un mix tra il Learning by doing, e il cooperative learning. Ovvero imparare attraverso l’applicazione pratica di un sapere precedentemente sviluppato ed imparare discutendo con  altri. Quest’ultimo aspetto riveste un ruolo da protagonista nel caso di IMUN. Inevitabile, in un’occasione del genere, il dialogo risulta un metodo di apprendimento più efficace della tradizionale lezione frontale.

Francesco Di Mario, 2001 del Liceo Scientifico Carlo Jucci di Rieti, felicemente colpito dalla partecipazione al progetto dello scorso anno, quest’anno è tornato ad indossare i panni di delegato delle nazioni unite.

«Sono molto entusiasta del progetto di United Network - dice il ragazzo - i principi che IMUN ogni anno mette al centro del progetto come l’impegno collettivo, il valore pedagogico della discussione e soprattutto l'importanza di ascoltare prima di parlare, sono indubbiamente un grandissimo stimolo per la crescita individuale, sia come studente, ma perlopiù come persona. Vorrei sottolineare che questi due anni di IMUN mi hanno aperto una finestra dalla quale sbirciare il mondo della diplomazia; un ambito, sconosciuto ai più, e che la conoscenza, la tenacia e la propensione al sacrificio e al compromesso dei suoi protagonisti, rende quantomeno affascinante e, a parer mio, doveroso di lode. IMUN è stata, per me una piacevole sorpresa -continua il ragazzo.  Non condividendo, con molti altri partecipanti, il sogno di trovarmi un giorno nel palazzo di vetro di New York, ero partito, forse un po’ prevenuto. La scoperta di questa realtà, mi ha però trasmesso quei valori, che anche in ambiti diversi sono convinto siano alla base di un solido successo. Non so se parteciperò il prossimo anno; il quinto liceo è molto impegnativo, preparare la maturità richiederà molto tempo, ma qual’ora dovessi rinunciare lo farò con grande amarezza. Le cose belle non vorresti abbandonarle mai».
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