Rieti, Federlazio: «I costi del Green pass non possono ricadere sulle aziende»

Green pass
di Giacomo Cavoli
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Giovedì 23 Settembre 2021, 00:10

RIETI - Il costo del Green pass non può abbattersi sui bilanci delle imprese piegate dalla pandemia e che, nel frattempo, sperano nei fondi del Pnrr. In casa Federlazio Rieti, il decreto che dal prossimo 15 ottobre imporrà l’obbligo del possesso della certificazione sia negli ambiti lavorativi pubblici che privati apre la porta all’analisi del nuovo scenario generato dalla ripresa dell’economia, sostenuta dalle vaccinazioni di massa e dagli investimenti, di cui le circa 350 piccole e medie aziende reatine riunite sotto Federlazio avranno più bisogno quando sul suolo nazionale approderanno i fondi del Pnrr.

Favorevoli
«Federlazio è a favore del Green pass sui luoghi di lavoro - taglia subito corto Davide Bianchino, direttore di Federlazio Rieti. - Oggi siamo di fronte a una situazione non difficile da riprendere, ma dato che non possiamo permetterci di vivere nuovamente quello che abbiamo già superato, il vaccino, anche in senso civico, è l’unica soluzione che abbiamo: tutto questo, anche per evitare che il governo sia costretto a introdurre l’obbligo vaccinale - spiega Bianchino. - Le aziende hanno poi pagato caramente la pandemia e, dunque, non possono permettersi di pagare anche i tamponi per chi sceglie volontariamente, e senza alcuna giustificazione medica, di non vaccinarsi.

Per queste persone c’è la possibilità di vaccinarsi ottenendo il Green pass valido per un anno, di accedere a tamponi che saranno validi 72 ore e non più 48 e ai relativi prezzi calmierati in farmacia: se neanche tutto questo fosse sufficiente, la volontà dei singoli non può essere un danno ulteriore per gli imprenditori delle aziende. E se il governo non può garantire i tamponi gratuiti, allora vuol dire che ha messo in campo tutte le soluzioni possibili: a quel punto, spetta dunque al singolo cittadino conoscere ciò a cui va incontro».

I fondi del Pnrr
L’attesa degli imprenditori è anche per la messa a terra dei fondi del Pnrr: «Tra le voci comprese nel Pnrr, molte vanno verso le energie rinnovabili e la digitalizzazione: la sfida è quella di non perdere il treno e di spendere bene i soldi, ma nel Reatino il polso della situazione è positivo, perché bonus come ad esempio il 110 per cento, fungono da spinta per l’umore delle aziende - analizza Bianchino. - L’aiuto del quale, però, tutte loro hanno più bisogno è quello di una maggiore liquidità per poter fare nuovi investimenti, che rappresentano il punto cardine dell’imprenditoria e che, al momento, si sono fortemente ridotti. Ad oggi, però, nonostante lo sblocco dei licenziamenti, nessuna azienda reatina ha mandato a casa i propri lavoratori: anzi, la tendenza attuale è di mantenere lo stesso numero e incrementarlo, grazie a tirocini, stage e assunzioni che si sono susseguiti negli ultimi mesi. Potrebbero essere di più - conclude Bianchino - ma proveniamo da una crisi troppo forte».

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