Rieti, antenna di telefonia:
abitanti verso un comitato

Il ripetitore
di Raffaella Di Claudio
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Domenica 11 Febbraio 2018, 17:02
FARA SABINA - Si allarga il fronte della protesta contro l'installazione dell'antenna di telefonia mobile in un'area privata tra le frazioni farensi di Corese Terra e Borgo Quinzio. Il ripetitore di proprietà società Tim si trova lungo via Borgo Nuovo, all'interno del terreno di proprietà della famiglia dell'ex consigliere comunale di centrodestra, Massimo Quinzi. L'opera è stata realizzata a fine gennaio, al termine dell'iter burocratico che ha portato al rilascio dell'autorizzazione da parte del Comune di Fara Sabina nello scorso mese di novembre.

LE TAPPE
Un processo del quale i cittadini di Borgo Quinzio si sono detti completamente all'oscuro. Il fatto che l'antenna crei un forte impatto ambientale e sorga vicino alla scuola di Borgo Quinzio di prossima apertura, ha spinto molti residenti ad organizzarsi per avviare un percorso di protesta finalizzato ad ottenere la rimozione del ripetitore. Cosa che ad oggi, alla luce delle autorizzazioni rilasciate dall'Ente e del contratto di affitto stipulato per nove anni tra il privato e la Tim, appare un'impresa non poco difficile. La cosa non scoraggia però i cittadini. «Siamo in contatto con altri residenti - fanno sapere alcuni cittadini - per l'organizzazione di un comitato civico che possa condurre la battaglia. Abbiamo intanto ottenuto gli atti relativi all'iter procedurale che ha portato all'installazione dell'antenna e abbiamo fissato un appuntamento con un tecnico che ci aiuterà ad analizzare l'intero quadro della situazione. Il passo successivo è quello di presentare un esposto corredato dalle firme di tutti i cittadini che come noi sono contrari all'installazione dell'antenna».

LE CONCLUSIONI
I residenti sono convinti che «non sia ammissibile che da un giorno all'altro, una persona che ha scelto di vivere in un luogo perché aveva delle particolari caratteristiche, si ritrovi in una realtà completamente mutata, subendo di fatto un danno, visto che quelle abitazioni non avranno più il valore originario».
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