"STRINGS OF FREEDOM" PROTAGONISTA ALL'EXPO
<Molte canzoni di questo primo album sono state incise al ritorno di un viaggio - racconta il giovane chitarrista reatino - che fosse da Cambridge come per "Cherry Inton Road", o da Medjugorje per "Ave Maria">. Il viaggio, quello di Damiano - che da anche il titolo alla seconda traccia, con tanto fingestyle dentro e nostalgia per una corsa spensierata lungo l'immaginaria Route 66 dei suoi sogni tranquilli - è velatura di sonorità arabe ("A night in Turkey"), il sacro nella quotidianità di sacerdoti musulmani incontrati per puro caso; e l'ultima, "Umbria" scelta come accompagnamento del video presentato ad Expo dalla delegazione reatina guidata dal sindaco Simone Petrangeli, durante l'ultimo giorno di apertura dell'Esposizione Universale milanese. Disciplina d'esecuzione di un chitarrista classico del mondo europeo, influenzato dalla musica contemporanea e moderna, rifuggendo la quantità e puntando alle sale da concerto <dove avverto realmente il contatto con il mio pubblico>, dopo le esperienze dell'American Folk Project e quella attuale insieme al Motus Trio, il talento di De Santis non è passato mai inosservato ovunque abbia fatto tappa, anche al conservatorio di musica perugino Morlacchi - diplomato con il massimo dei voti - ricevendo stima per il suo talento espressivo e tecnico da personaggi del calibro di Leo Brower, Roland Dhyens ed Ernesto Cordero. Insieme a Micky Piperno, direttore artistico di "Strings of Freedom", la svolta musicale è andata nella direzione della musica moderna, senza dimenticare il supporto dei maestri di sempre, Antonio Pantaleo, Claudio De Angelis e Leonardo De Angelis. Il sogno nel cassetto di De Santis? All'insegna della qualità, immaginando <un'Accademia di alta formazione per chitarra classica e composizione>. Nel frattempo, la presentazione ufficiale del disco, domenica 27 dicembre, a Biccari, in provincia di Foggia, in attesa per le "Strings of Freedom" ad inizio 2016 a Rieti.
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