Borrometi protagonista all'Auditorium Santa Scolastica, ad ascoltarlo gli studenti dei licei reatini

Borrometi protagonista all'Auditorium Santa Scolastica, ad ascoltarlo gli studenti dei licei reatini
di Lorenzo Quirini
2 Minuti di Lettura
Martedì 13 Dicembre 2022, 07:46

RIETI - Pioggia di applausi per Paolo Borrometi, ospite all’Auditorium Santa Scolastica nella mattinata dello scorso sabato. Un incontro a cui hanno preso parte gli studenti dello Jucci, del Varrone e dell’Epn, oltre a Don Fabrizio Borrello presidente della Caritas di Rieti, alla giornalista Paola Rita Nives Cuzzocrea e all’amministratore apostolico della diocesi di Rieti Domenico Pompili tramite collegamento online.

Un intervento lungo ed intenso quello di Borrometi, che dopo la presentazione della studentessa e attivista Helena Cocco e di Elena Marchili membro delle Agende Rosse, ha risposto alle domande di Cuzzocrea, raccontando la propria esperienza di vita e il suo perenne impegno contro le mafie, a partire dalla sua Ragusa. Un interesse, quello di Borrometi, iniziato da giovanissimo con le prime denunce mosse tramite un giornale locale: da qui ha preso il via  l’appassionato intervento del giornalista oggi direttore de “La Spia.it”, vicedirettore di Agi e presidente di Articolo 21.

Libertà di pensiero e senso del dovere: questi i principali messaggi che Borrometi ha veicolato ai giovani spettatori, senza nascondere le difficoltà legate ad una carriera fatta di impegno civile, tra minacce, solitudine e vita sotto scorta. Ostacoli che non hanno mai scoraggiato il giornalista, il quale ha anche esortato gli studenti a credere nei loro sogni e a non cedere all’indifferenza. “Continuate a sognare anche se vi dicono che realizzare i sogni è impossibile”, si legge nel libro “Un morto ogni tanto” dello stesso Borrometi, edito per Solferino nel 2018.
 

Sul palco anche Stefano Mormile, che ha raccontato la storia di suo fratello Umberto, educatore carcerario di Milano, ucciso nel ’90 dopo essersi accorto di dinamiche illecite all’interno del penitenziario dove alcuni detenuti ottenevano dei permessi premio in cambio di collaborazioni con i servizi segreti. Una vicenda che è emersa anche grazie al sostegno di giornalisti come Borrometi, che hanno portato alla riapertura delle indagini a distanza di 32 anni.
 

Sottolineato anche il ruolo dell’istituzione scolastica nell’educazione degli studenti alla lotta contro l’illegalità, la quale non va pensata sempre distante da realtà piccole come quella reatina.

Importante in questo senso anche l’intervento di Mario Sanna, in denuncia delle carenze delle istituzioni, della fragilità e l'inadeguatezza degli edifici pubblici e privati, e anche del mancato stanziamento di un fondo dedicato alle famiglie delle vittime del sisma di Amatrice, nel quale Sanna ha perso il figlio Filippo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA