Vertenza all'Asm, l'ex presidente
Gerbino dovrà risarcire l'azienda

La sede dell'Asm
2 Minuti di Lettura
Venerdì 7 Ottobre 2016, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 11:54
 

L’ex presidente dell’Asm, Luigi Gerbino, è stato condannato dal tribunale di Rieti a risarcire 24 mila euro all'azienda municipalizzata che ha diretto per dieci anni, dal 2002 al 2012. La sentenza 288/2016, il giudice del lavoro, Valentina Cacace, ha infatti respinto il ricorso che Gerbino aveva presentato nel 2013 per reclamava il pagamento delle differenze retributive, pari a 47 mila euro, maturate in qualità di direttore tecnico responsabile per il settore Igiene Urbana, ritenendolo infondato. “infondato” dal giudice del lavoro Valentina Cacace. Con la stessa decisione, il tribunale ha invece accolto la domanda di riconvenzionale proposta dall'avvocato dell'Asm, Massimiliano Magnanelli, condannato l'ex presidente a risarcire 24 mila euro di danni alla Municipalizzata oltre al pagamento delle spese processuali.

La vertenza aveva avuto origine perchè Gerbino aveva rivendicato di aver ricoperto ininterrottamente per sei anni, dal 2007 al 20012 (anno in cui lasciò la presidenza) l’incarico di direttore tecnico dopo le dimissioni presentate dal responsabile esterno nominato in precedenza dalla società, ricevendo però solo i compensi relativi ai primi due anni ma non per quelli successivi. Soldi regolarmente previsti in bilancio ai fini del calcolo Irap, pari a 12 mila euro all’anno. Secondo Gerbino, nell’arco del periodo rivendicato, era maturato un vero e proprio rapporto di lavoro e la mancata corresponsione dei compensi aveva consentito alla società di arricchirsi in modo indebito.

L'Asm aveva invece contestato la richiesta, ritendo che Gerbino non potesse reclamare alcun pagamento in quanto il consiglio di amministrazione non aveva mai deliberato compensi extra da corrispondergli in aggiunta all’indennità erogata per la presidenza. La tesi assumeva come punto di riferimento la norma del codice civile (articolo 2389) riguardante proprio la remunerazione degli amministratori investiti di cariche particolari. Una possibilità di ottenere un compenso separato, seppur in forma ridotta, esiste per chi fa parte di società partecipate (come l’Asm), ma anche in questo caso è sempre necessaria una delibera del Cda che, nel caso di Gerbino, non esisteva.

Proprio attorno a questo punto si è fondata la sentenza della giudice Cacace, che ha poi sottolineato come non siano state sufficientemente comprovate le specifiche e concrete attività svolte dal ricorrente durante il periodo controverso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA