Rieti, assunzioni all’Asm: caccia ai padrini

Asm
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Sabato 1 Agosto 2020, 00:38

RIETI - Il passo diventa più ponderato ma non arretra di un millimetro. Anzi, l’incedere degli inquirenti prosegue diritto e la necessità di sintonizzarsi su andature più slow non è dettata dalla necessità di tirare il fiato, ma solo di porre ordine nel materiale acquisito presso gli uffici del personale dell’Azienda servizi municipalizzati, ascoltare le prime dichiarazioni dell’unica persona fin qui indagata (il responsabile dell’ufficio personale, Maurizio Lalle, raggiunto da un avviso di garanzia per abuso di ufficio) e aspettare, pazienti, che altre segnalazioni arrivino sul tavolo dell’inchiesta. 
Sì, perché gli investigatori sono convinti di aver sollevato il coperchio del gran pentolone che da tempo copriva le assunzioni del personale precario nella Municipalizzata e puntano ora a raccogliere le testimonianze di altre persone, escluse dal rinnovo del contratto, o comunque estromesse a favore di chi godeva maggiori entrature e poteri dentro e fuori l’azienda, in quest’ultimo caso il fuori fa riferimento a politici dell’amministrazione locale.
L’inchiesta sulle “assunzioni clientelari” all’Asm di Rieti sembra quindi destinata a riservare altre sorprese, anche perché gli imput iniziali sono giunti da due diverse direzioni. La prima, come già esposto ieri, fa riferimento allo stop che le agenzie interinali, da anni ormai incaricate di selezionare il personale precario da assumere, avrebbero posto rispetto ad alcune figure che non presentavano i requisiti minimi di legge per essere assunte in un’azienda a partecipazione pubblica, salvo poi tornare sui propri passi dopo il fermo iniziale. Un ripensamento che da subito destò più di un sospetto, fino a terminare sotto la lente di ingrandimento della Procura.

Il ruolo del Lalle
Certo, ci sarebbero le pressioni effettuate dal Lalle sui referenti delle agenzia perché cambiassero atteggiamento rispetto all’assunzione di alcuni pretendenti. 
Ma gli inquirenti sono altresì convinti che le sollecitazioni del Maurizio Lalle non potessero da sole essere sufficienti a modificare il giudizio delle agenzie, ma a queste si siano aggiunte anche altre manovre, di maggiore consistenza politica e ben più convincenti. Gli investigatori sono inoltre convinti che il Lalle, per quanto al momento individuato come colui che pilotava la ricerca e la selezione dei candidati, sia in realtà solo la rotella di un ingranaggio più complesso che aveva come terminali i politici che fornivano le indicazione su chi, come, quando e dove assumere. Teoria accusatoria che deve ora trovare i necessari puntelli sui quali poter poggiare. 
C’è inoltre, a guidare i primi passi dell’inchiesta, anche un dettagliato esposto di un precario, impiegato presso una farmacia comunale, al quale per motivi al momento sconosciuti nella primavera del 2019 non sarebbe stato rinnovato il contratto. Circostanza che dopo aver portato a instaurare una vertenza di lavoro con la Municipalizzata, avrebbe poi condotto il farmacista rimasto senza lavoro a imboccare di corsa le scale che conducono alla porta del procuratore capo della Repubblica.

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