L'ITER
Con la delibera che verrà sottoposta all'attenzione del consiglio comunale, l'Ente stabilirà che, solo in questo caso, l'altezza della struttura, che da piano regolatore consortile doveva essere compresa tra i 15 e i 17 metri e mezzo, potrà raggiungere i 22 metri d'altezza. La variante si rende necessaria per far sì che l'edificio possa ospitare sistemi di stoccaggio e movimentazione merci, completamente standardizzati, automatizzati e robotizzati che necessitano di grandi spazi in altezza. La portata dell'investimento e le ricadute in termini di sviluppo economico e occupazionali che si attendono a Fara Sabina e dintorni, si traducono nell'accoglimento di questa variazione che non comporterà aumenti di carichi urbanistici. Contestualmente, la delibera approverà il progetto che potrà così continuare il suo cammino. Dopo il passaggio in consiglio, la palla passerà nuovamente al settore urbanistica, che determinerà il rilascio di permesso a costruire.
Perché la Vailog possa dare il via ai lavori dovrà attendere anche i pareri di Asl, vigili del fuoco e Genio civile oltre all'autorizzazione paesaggistica che deve essere rilasciata dalla Regione. Stando a quanto affermato dai rappresentanti della Vailog nel corso delle due riunioni delle commissioni urbanistica e attività produttive, l'azienda, una volta ottenuti tutti i nulla osta, conta di riuscire a tirare su la struttura nel giro di un anno. Un periodo che può considerarsi breve, vista le dimensioni dell'opera, e che contribuisce ad accrescere le aspettative, già ampie, attorno alle ricadute del probabile approdo della multinazionale a stelle strisce in Sabina. Soprattutto in ordine ai 3mila dipendenti che il capannone potrebbe ospitare.
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