Rieti, crollo a Sommati di Amatrice nel sisma con tre vittime: assolti i tre tecnici

Sommati di Amatrice dopo il terremoto del 24 agosto 2016 (foto d'Archivio)
di M.Cav.
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Martedì 20 Giugno 2023, 00:10

RIETI - Schiacciati dalle macerie della casa parzialmente crollata a Sommati di Amatrice, dove erano arrivati solo la sera precedente il terremoto del 2016. Vittime due coniugi irlandesi e un ragazzo inglese di 14 anni, per la cui morte la procura aveva ottenuto il rinvio a giudizio di tre tecnici, coinvolti a vario titolo nei lavori di ristrutturazione dell’edificio, con le accuse di omicidio plurimo colposo e disastro colposo, ma al termine di un lungo processo sono stati tutti assolti in tribunale dal giudice monocratico Claudio Prota, «perché il fatto non sussiste» (motivazioni entro 90 giorni), così come anche il pubblico ministero aveva sollecitato al termine della sua requisitoria.
Il collaudatore delle opere, Marco Salvetta, 57 anni, di Amatrice (difeso dall’avvocato Massimino Luzi), la progettista architettonica e direttrice dei lavori, Francesca Ambrosi Sacconi, 57 anni, origini indiane ma residente in provincia di Ascoli Piceno, (assistita dall’avvocato reatino Andrea Santarelli), come anche Maria Elena Cagnetti, 46 anni, progettista strutturale dell’opera (avvocati Vando Scheggia e Maria Elvia Valeri), si sono dovuti difendere da imputazioni scaturite da una serie di presunte omissioni messe in relazione agli interventi effettuati a Villa Olivia, un edificio storico della dell’800, per l’ampliamento del portico e di altre parti.

La vicenda. La struttura, però, non resistette alla violenta scossa di terremoto e, crollando nei piani superiori, provocò la morte di William Gotley Henniker, 55 anni, di sua moglie Maria Eleonor Taviani, 51 anni, e di Marcos Burnett, 14 anni, in seguito alle gravi lesioni da schiacciamento riportate.

Si salvarono, invece, pur seriamente feriti, i genitori di Marcos, John Simon e Anne Luise Barnett. L’inchiesta avviata dalla procura, come le altre analoghe che hanno riguardato i crolli di palazzine e abitazioni ad Amatrice e Accumoli, si è basata su una consulenza tecnica che ha esaminato gli interventi di ristrutturazione. Secondo il perito, dai lavori erano emerse «omissioni legate alla violazione delle tecniche costruttive e il mancato adeguamento alle norme antisismiche», aspetti che, insieme al contestato mancato collaudo statico dei lavori in corso d’opera, non avevano consentito di verificare la presenza di materiali scadenti impiegati per costruire una parte di Villa Olivia, che aveva già resistito agli effetti causati dal sisma del 2009 a L’Aquila. Sarebbe stato invece necessario procedere con l’incremento del numero e delle dimensioni di tiranti (le cosiddette catene) per consolidare le mura portanti, nonché procedere con altre azioni di rafforzamento. Ma in dibattimento a prevalere è stato il risultato delle perizie difensive, redatte dagli ingegneri Giannantoni, Moroni e Balducci, che ha sostanzialmente dimostrato il corretto percorso normativo osservato dagli imputati e, in particolare, dalla progettista Sacconi, esito che hanno portato anche il consulente della procura a correggere alcune conclusioni raggiunte durante l’inchiesta, spianando così la strada all’assoluzione dei tre tecnici.

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