Terremoto Amatrice, l'ex sindaco Pirozzi e altri 5 a processo per il crollo della palazzina ex Ina con 7 morti

Terremoto Amatrice, l'ex sindaco Pirozzi e altri 5 a processo per il crollo della palazzina ex Ina
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Venerdì 11 Ottobre 2019, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 18:35

L'ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, attuale consigliere regionale del Lazio (Fratelli d'Italia), è stato rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Rieti per il crollo, durante il terremoto del 24 agosto 2016, della palazzina ex Ina Casa, in piazza Augusto Sagnotti, in cui morirono sette inquilini. Secondo le conclusioni dell'inchiesta, condotta dai pm Lorenzo Francia e Rocco Gustavo Maruotti, la palazzina, in seguito al sisma dell'Aquila del 2009, fu ristruttura ma senza rispettare le norme antisismiche (per l'accusa il progetto conteneva «gravi errori» e un «indicatore di rischio inattendibile e non realistico»), non fu effettivamente collaudata e quindi, con la successiva scossa dell'agosto 2016, crollò senza lasciare scampo agli inquilini.

Insieme a Pirozzi il gup Giovanni Porro ha rinviato a giudizio (il processo comincerà il 6 febbraio 2020) altre cinque persone: il progettista e direttore dei lavori, Ivo Carloni, tre tecnici del Genio civile, Valerio Lucarelli, Giovanni Conti e Maurizio Scacchi (accusati di aver dato parere favorevole all'elaborato in presenza di palesi violazioni e di aver certificato un collaudo mai compiuto), e il comandante dei Vigili urbani di Amatrice, Gianfranco Salvatore. L'accusa è di disastro colposo plurimo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali colpose. Una ulteriore indagata, Virna Chiaretti, responsabile tecnico del Comune di Amatrice, è stata prosciolta, mentre un quarto dirigente del Genio Civile, Maurizio Peron, ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato.

«Siamo soddisfatti - ha commentato l'avvocato dei familiari delle vittime, Wania Della Vigna - perché avremo la possibilità nella fase dibattimentale di vedere riconosciute le responsabilità umane che la Procura e le perizie hanno evidenziato». Il crollo della palazzina ex Ina non è l'unico finito nel mirino dei magistrati. Lo scorso aprile, infatti, altre cinque imputati sono finiti a processo con l'accusa di omicidio colposo plurimo e disastro colposo per le sette persone morte (tra cui una ragazza di 14 anni) sotto le macerie dello storico Palazzo D'Antoni. In questo caso potrebbe essere stata una sopraelevazione realizzata in modo non conforme alla normativa antisismica a provocare il crollo dell'edificio nel centrale Corso Umberto.

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