Detenuto fugge a piedi (e con le manette ai polsi) dal Tribunale di Rieti, l'evasione dopo la condanna a 5 anni. Chi è

Detenuto fugge a piedi (e con le manette ai polsi) dal Tribunale di Rieti, l'evasione dopo la condanna a 5 anni. Chi è
di Emanuele Faraone
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Martedì 23 Gennaio 2024, 11:20 - Ultimo aggiornamento: 23:42

Caccia all’uomo ieri mattina in città dopo la fuga di un detenuto dal tribunale di Rieti dove si era appena celebrata un’udienza nei suoi confronti per rapina aggravata con una condanna a 5 anni. Probabilmente, quei 5 anni inflitti al 27enne nigeriano Justice Okoyomo dal collegio del tribunale di Rieti (presidente Sabatini, giudici a latere Prota e Marinelli) sono stati una motivazione in più che lo hanno spinto – pur di non tornare di nuovo tra le sbarre – a tentare una disperata fuga a piedi, con le manette ai polsi, lungo le vie del centro cittadino. L’evaso è stato poi individuato e catturato poco dopo in piazza della Repubblica nel quartiere di Porta Romana, grazie ad un maxi dispiegamento di uomini e mezzi. Dribbling tra gli agenti della polizia penitenziaria, salti dal marciapiede e la velocità di una gazzella nella fuga nonostante l’impedimento delle manette. Così lo descrivono le tante persone che lo hanno visto sfrecciare per le vie del centro fino al momento della cattura, quando il 27enne, dopo essere inciampato è stato sopraffatto dagli agenti della squadra mobile con i quali ha anche ingaggiato una colluttazione. 
Cattura cui non avrebbe potuto in alcun modo sottrarsi avendo i carabinieri bloccato ogni via di fuga, costringendolo così a dirigersi dalla parte opposta dove c’era il personale della Mobile reatina ad attenderlo. Erano circa le 10 quando – dopo l’udienza e la sentenza di condanna – il nigeriano stava attraversando di nuovo il sottopassaggio in via Falcone riservato all’ingresso e all’uscita dei detenuti. Improvvisamente, nel momento di traduzione per tornare sul blindato della Polpen parcheggiato a pochi passi dal portone, ha colpito gli agenti di custodia della polizia penitenziaria, riuscendo a sottrarsi al loro controllo ed eludendo con estrema agilità il tentativo degli agenti di riacciuffarlo. 
Velocissimo, si è dato alla fuga costeggiando la scuola media Basilio Sisti sotto gli occhi increduli dei passanti. Immediatamente è scattato l’allarme, diramato alle sale operative dei carabinieri e della questura di Rieti. Sulle sue tracce militari dell’Arma, squadra Mobile, personale in borghese della Digos, agenti della penitenziaria e operanti della Volante. Ricerche che, coordinate dalle sale operative, hanno poi permesso di rintracciare il fuggitivo. Dopo alcuni minuti, l’evaso è stato individuato nei dintorni di piazza della Repubblica dal personale dell’Arma, nei pressi di una fermata dell’autobus. Accortosi della presenza dei carabinieri, l’uomo ha tentato di sottrarsi alla cattura dileguandosi tra le strade cittadine. Tante le unità mobili delle forze dell’ordine che hanno bloccato il tratto urbano della via Salaria per L’Aquila agli incroci con via Raccuini, via Matteotti, via Gramsci e via Michaeli. Momenti di paura e tensione sotto gli occhi di passanti, clienti e avventori delle attività commerciali e automobilisti in transito. 
«Siamo rimasti impietriti dalla paura – raccontano alcuni clienti in attesa di un panino nel chiosco mobile a Porta Romana – sulle prime non si capiva nulla di cosa stesse accadendo, poi abbiamo visto un ragazzo di colore in fuga che è stato raggiunto dagli agenti e arrestato proprio davanti alla banca». Una rapidissima sequenza durata solo alcuni minuti al termine della quale il nigeriano è stato caricato a bordo di una pattuglia della polizia di Stato e condotto direttamente in questura per gli atti di rito prima della traduzione in carcere. Oltre all’evasione, dovrà ora rispondere del reato di resistenza e violenza commessa ai danni del personale di scorta che, fortunatamente, non ha riportato gravi lesioni. 
L’arrestato, già lo scorso mese di giugno, era evaso nel corso di una traduzione nel carcere di Rieti e nuovamente arrestato a Roma dove, poco dopo, veniva rintracciato da alcuni agenti della polizia di Stato.

Nell’udienza che si era svolta circa due mesi fa per la rapina, coltello alla mano, ai danni di una 70enne reatina nel tratto del Lungovelino Caffè, aveva reso dichiarazioni spontanee dichiarando, tra le lacrime, che comunque non avrebbe mai fatto del male alla donna.

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