Ucraina, il parlamento della Crimea vota l'indipendenza

Ucraina, il parlamento della Crimea vota l'indipendenza
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Martedì 11 Marzo 2014, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 11:52

Con 78 voti a favore su 81, il Parlamento della Crimea ha dichiarato l'indipendenza dall'Ucraina.

Noi deputati della Crimea e di Sebastopoli (che gode di uno statuto speciale, ndr), in virtù delle norme internazionali e del parere consultivo della Corte internazionale di giustizia dell'Onu sulla dichiarazione d'indipendenza del Kosovo del 22 luglio 2010, «abbiamo deciso che se verrà approvato il referendum del 16 marzo, nascerà la Repubblica di Crimea che sarà uno Stato della Federazione russa». Lo si legge nella «Dichiarazione sull'indipendenza della Crimea e di Sebastopoli», approvata oggi dal Parlamento della regione. Nel 2010 la Corte dell'Aja aveva dichiarato che la proclamazione d'indipendenza unilaterale del Kosovo «non è illegale» e «non viola il diritto internazionale».

La Francia: «Indipendenza illegittima» Per la Crimea «nessun paragone regge» nè con il Kosovo nè con la Georgia. «Oggi le uniche autorità ucraine che riconosciamo sono quelle frutto dell'accordo firmato il 21 febbraio.

Qualunque altra azione non ha legittimità politica». Così il ministro francese per gli Affari europei Thierry Repentin ai giornalisti a Roma sulla decisione del parlamento della Crimea di proclamarsi indipendente.

Il grido di Yanukovich «Sono l'unico presidente legittimo dell'Ucraina e continuo ad essere il comandante in capo dell'Esercito»: lo ha detto il deposto presidente ucraino Viktor Yanukovich in una conferenza stampa a Rostov sul Don, est della Russia, trasmessa in diretta tv.

Yanukovich dice di ritenere «assolutamente illegittime» le prossime presidenziali in Ucraina e ha annunciato che «appena le circostanze me lo consentiranno, tornerò a Kiev».

Poi il presidente deposto ha accusato: «Le nuove autorità ucraine vogliono mettere l'esercito sotto la bandiera di Bandera - il controverso eroe nazionale ucraino che collaborò con i nazisti, ndr - vogliono scatenare una guerra civile e intendono dare le armi in mano a militanti. Nel Paese agisce una banda di ultranazionalisti e di neofascisti, che mirano addirittura a prendere la carica di presidente», ha continuato riferendosi implicitamente a Dmitro Iarosh, leader del movimento paramilitare "Settore di destra", determinante nel successo del Maidan. Yanukovich ha ammonito anche i «protettori occidentali di queste forze oscure» a non dimenticare «cos'è il fascismo».

La nazionalizzazione della flotta Intanto le autorità della russofona Crimea intendono nazionalizzare le navi della flotta ucraina dislocata a Sebastopoli. «La flotta ucraina a Sebastopoli sarà interamente nazionalizzata. Non intendiamo lasciar uscire le navi ucraine da Sebastopoli», ha annunciato il premier locale Serghiei Aksionov, non riconosciuto e ricercato da Kiev.

«Abbiamo precluso l'uscita - ha aggiunto - anche alla flotta civile Cernomor Neftegas», che comprende navi cisterna e per l'esplorazione marittima dei giacimenti di gas e petrolio nel Mar Nero. Lo riferisce Itar-Tass.

La legge per l'annessione Quando il 16 marzo prossimo si terrà il referendum sull'adesione della Crimea a Mosca, in Russia non sarà ancora pronta la legge semplificata per l'annessione: oggi infatti la Duma, il ramo basso del parlamento, ha fissato per il 21 marzo la prima lettura del disegno di legge, che consente di inglobare territori stranieri sulla base di un semplice referendum, abolendo la necessità di firmare accordi internazionali.

La Francia minaccia sanzioni Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha minacciato stamane nuove sanzioni, forse «da questa settimana», contro la Russia se Mosca non risponderà alle proposte occidentali di bloccare l'escalation in Ucraina.

«Abbiamo inviato, attraverso il segretario di stato americano John Kerry, una proposta ai russi», ha detto Fabius ai microfoni di France Inter, in vista di una «contro-escalation». Il ministro non ha precisato in cosa consistesse tale proposta. «Non hanno ancora risposto - ha continuato il capo del Quai d'Orsay - se rispondono positivamente, John Kerry andrà a Mosca e a quel punto le sanzioni non saranno immediate. Se non rispondono o se rispondono negativamente, ci sarà un dispositivo di sanzioni che possono essere adottate fin da questa settimana». Tali sanzioni - ha aggiunto Fabius - «consisteranno nel congelamento di beni personali di russi o ucraini e sanzioni sui movimenti, in materia di visti».

Gli Stati Uniti hanno accusato ieri la Russia di non tener conto delle proposte presentate da Kerry la settimana scorsa all'omologo russo Serghei Lavrov, miranti a mettere fine al conflitto in Ucraina. Lavrov ha annunciato, sempre ieri, che la Russia presenterà le «proprie proposte», dando però l'impressione di non raccogliere l'idea di creare un gruppo di contatto come chiedono la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il presidente americano, Barack Obama. Fabius ha ribadito l'«illegalità» del referendum previsto domenica in Crimea su un eventuale distacco della penisola ucraina, che si unirebbe alla Russia.

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