Attentato a Parigi, ritrovata seconda auto dei terroristi con armi: identificato un kamikaze

Attentato a Parigi, ritrovata seconda auto dei terroristi con armi: identificato un kamikaze
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Sabato 21 Novembre 2015, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 23:00

Tre fratelli sarebbero implicati negli attacchi compiuti venerdì a Parigi. Lo rivelano i media francesi. Secondo fonti vicine all'inchiesta citate da Figaro, uno dei tre potrebbe essersi dato alla fuga. Le Monde scrive invece che due dei tre fratelli francesi compaiono sui contratti di noleggio dei due veicoli immatricolati in Belgio e utilizzati durante gli attacchi, una Volkswagen Polo trovata davanti al Bataclan e una Seat Leon ritrovata a Montreuil con 3 kalashnikov a bordo. Il terzo sarebbe stato arrestato ieri a Molenbeek-Saint-Jean.

E' stata ritrovata a Montreuil, in periferia di Parigi, la seconda auto, la Seat Leon nera, abbandonata da uno dei commando di terroristi che venerdì sera hanno seminato terrore e sangue a Parigi, causando almeno 129 morti e 352 feriti, di cui 99 gravi. All'interno, secondo quanto dice Rtl, sono stati trovati tre kalashnikov. L'auto sarebbe stata utilizzata dai terroristi che hanno attaccato i ristoranti, provocando 39 morti. Il veicolo era stato notato intorno alle 21.25 di venerdì all'angolo davanti al caffè Le Carillon e al ristorante Le Petit Cambodge, successivamente davanti al caffè Bonne Bière e ancora nei pressi del ristorante La Belle Equipe, le tre zone teatro delle sparatorie. Gli inquirenti ipotizzano possa essere stata utilizzata non solo per trasportare il gruppo di fuoco ma anche a trasportare il kamikaze che si è fatto esplodere in un bistrot di boulevard Voltaire.

Una prima auto utilizzata dai terroristi, una Polo nera, era stata individuata parcheggiata davanti al Bataclan.

Risulta essere stata noleggiata da un francese residente in Belgio, arrestato ieri mattina alla guida di una terza auto alla frontiera franco-belga. Fermati con lui altri due cittadini belgi.

Il presidente Francois Hollande, intanto, secondo informazioni di Le Figaro, vorrebbe che lo stato d'emergenza in Francia fosse prolungato fino a 3 mesi. Un decreto sarà presentato mercoledì in Consiglio dei ministri per poi andare in Parlamento. Soltanto una legge, infatti, può prorogare lo stato di emergenza al di là di 12 giorni.

I commando

Sono stati identificati tre terroristi del commando di otto persone. Il primo, trentenne francese, è stato identificato grazie alle impronte digitali: si tratta di Ismail Mostefai. Ieri sera erano stati fermati e interrogati il padre e il fratello - che si è presentato spontaneamente in commissariato -. Gli inquirenti sottolineano che si tratta di una normale procedura di accertamento. La Procura belga, citata dalla tv nazionale, ha poi fatto sapere che sono stati identificati altri due terroristi. Si tratta di due francesi, entrambi residenti a Bruxelles (uno a Molenbeek). L'identità non «verrà rivelata nell'interesse dell'inchiesta».

Mostefai, pregiudicato, noto come molto vicino agli islamici radicali. Altri due passaporti sono stati trovati accanto ai kamikaze dello stadio, uno egiziano, l'altro siriano, rivelatosi però falso. Quest'ultimo sarebbe entrato in Europa dall'isola greca di Lero e registrato come rifugiato. Una notizia destinata ad alimentare ancor più le polemiche sulla gestione dei migranti.

Cinque persone sono state arrestate ieri nel comune belga di Molenbeek-Saint-Jean, vicino Bruxelles, in relazione con gli attentati di Parigi. Lo ha reso noto il sindaco della località, Françoise Schepmans. «Si può considerare che si tratta di una rete», ha aggiunto. Gli arresti sono da mettere in relazione alla Polo ritrovata davanti al Bataclan.

Un ottavo terrorista è sfuggito a un controllo alla frontiera franco-belga alle 8 del mattino di sabato. Lo si apprende da fonti dell'inchiesta. La polizia avrebbe lasciato andare l'auto a Cambrai poichè la segnalazione dell'uomo non era ancora attiva. Quando l'avviso è arrivato, gli agenti hanno raggiunto l'auto a Molenbeek, ma lui era scomparso. Ora è ricercato in Belgio.

Il procuratore François Molins, lo stesso di gennaio e degli ultimi anni insanguinati dal terrorismo in Francia, ha spiegato che in azione a Parigi e Saint-Denis (dove sorge lo Stade de France e dove si stava giocando l'amichevole Francia-Germania) c'erano «tre squadre», tre commando.

Le vittime

I corpi identificati sono per ora 103. A due giorni dalle stragi di Parigi il premier francese ha detto che restano ancora da identificare tra i venti e i 30 corpi delle vittime barbaramente uccisi durante gli assalti coordinati nel centro della capitale e allo Stade de France durante il match tra Francia e Germania.

Tutte le fasi dell'attacco

La Seat nera 'Leon' ritrovata questa mattina, ne ha portati alcuni davanti a quattro ristoranti. Davanti a ognuno dei locali, dove in pieno venerdì sera (erano circa le 21.30) c'erano moltissime persone a mangiare o semplicemente a bere un bicchiere, sono scesi e hanno fatto fuoco. «Tutti erano equipaggiati con fucili kalashnikov», ha precisato Molins. A dare il via all'impressionante sequenza di azioni omicide è stato alle 21.20 un kamikaze che si è fatto esplodere nella strada che corre lungo lo Stade de France, dove a inizio estate si dovrebbero giocare diverse partite degli Europei 2016, fra cui la finale.

Un commando di 4 terroristi sbarca dalla Polo nera davanti al Bataclan dove si esibisce il gruppo californiano Eagles of Death Metal, che suona da mezz'ora, minaccia i vigili, fa irruzione nel locale e spara all'impazzata sulla folla. Che all'inizio pensa a effetti speciali. Dura tre ore la presa di ostaggi, con scene di terrore e disperazione e - alla fine - 89 morti.

Allo Stade de France, il kamikaze si è fatto saltare all'altezza della porta B. Un'esplosione impressionante, rafforzata da perossido di idrogeno con chiodi e bulloni - tutti i kamikaze avevano lo stesso tipo di esplosivo - che ha ucciso all'istante il killer suicida e un malcapitato passante. Ma il piano era, se possibile, peggiore. L'attentatore - scrive il Wall Street Journal - aveva infatti un biglietto d'ingresso, ma è stato fermato ai cancelli dello stadio dopo che gli addetti ai controlli hanno scoperto che indossava dell'esplosivo. Allora si è fatto esplodere mentre tentava la fuga. All'interno dello stadio, tutti hanno capito che non si trattava dei soliti petardi dei tifosi. Ma la partita - a parte il presidente Francois Hollande immediatamente prelevato in tribuna d'onore e riportato all'Eliseo - andava avanti.

Pochi minuti dopo esordivano i commando parigini: la Seat nera della morte si ferma davanti a due ristoranti del XII arrondissement, i killer scendono e sparano all'impazzata contro i ristoranti Carillon e Petit Cambodge, uccidendo 15 persone e ferendone gravemente altre 10. Un minuto dopo, seconda esplosione allo stadio, porta H, muore il kamikaze. Poi, 5 morti alla Bonne Biere, seconda tappa della Seat nera. Pochi minuti e altri 19 innocenti muoiono alla Bonne Biere, terza tappa del tour del terrore. Poi in un locale di boulevard Voltaire, lo stesso del Bataclan, un terrorista si siede al tavolo, ordina da bere e si fa saltare. Si salva, miracolosamente, la cameriera che aveva raccolto l'ordinazione.

La solidarietà

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha telefonato ieri al suo omologo francese, Francois Hollande, ribadendo che i due Paesi «continueranno a lavorare insieme e con altri Paesi nel mondo per sconfiggere il flagello del terrorismo». Parole di sdegno sono arrivate dal Vaticano che, per voce del direttore della sala stampa, padre Federico Lombardi, ha definito la carneficina di ieri «un attacco alla pace di tutta l'umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell'odio omicida in tutte le sue forme».

Gesti e parole di solidarietà nei confronti di Parigi sono giunte da ogni parte del mondo, dove molti monumenti o impianti sportivi sono stati illuminati dal rosso, bianco e blu della bandiera francese. Spenta per lutto la Tour Eiffel.

Il gruppo di terroristi che ha seminato terrore e morte a Parigi è probabilmente appartenente all'Isis, l'organizzazione criminale che ha già rivendicato l'attentato definendolo l'«11 settembre francese».

Sui social network è corsa alla solidarietà, con innumerevoli messaggi di persone alla ricerca di familiari o amici scomparsi o di cui non si hanno notizie da ieri sera. I terroristi morti, al momento, sono otto. Alcuni di loro si sono fatti saltare in aria con le cinture esplosive che avevano legate in vita. Non è escluso, però, che qualche membro dell'organizzazione sia ancora in fuga, come sottolineato dallo stesso procuratore della Repubblica di Parigi, Francois Molins. «Ci sparavano come fossimo uccelli», racconta un testimone spettatore della carneficina al Bataclan.

Decretato a un lutto nazionale di tre giorni. Anche Disneyland Paris rimarrà chiusa fino a martedì. Aumenterà i controlli alla frontiera. Air France ha deciso di mantenere i suoi voli da e per Parigi, seppur con qualche ritardo. Chiuso invece il traforo del Monte Bianco. Gli Stati Uniti restano «vigili», anche se - rassicura l'amministrazione Obama - «non c'è alcuna specifica o credibile minaccia di un attacco sul suolo americano sul tipo di quello accaduto a Parigi».

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