Terremoto a Ischia, gli abusi nelle case crollate: nel mirino dei pm anche i condoni

Terremoto a Ischia, gli abusi nelle case crollate: nel mirino dei pm anche i condoni
di Francesco Pacifico
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Giovedì 24 Agosto 2017, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 25 Agosto, 19:08


ISCHIA Sono circa una ventina le case crollate a Ischia, ma la lista di immobili inagibili è di svariate migliaia. Con crepe più o meno profonde. Ecco i casi simbolo del sisma che ha messo in ginocchio soltanto poche parti dell'Isola verde, generando un panico che ha spinto circa 16mila turisti ad abbandonarla.

LA CASA DI CIRO
Ciro, i fratellini Matthias e Pasqualino, papà Alessandro e mamma Alessia sono stati travolti da almeno sei metri di macerie. Perché quella dov'era in affitto la famiglia Toscana era forse una delle più alte di tutta via D'Aloisio, la strada che ha forse subito più danni in tutta Ischia dopo il sisma verificatosi nella serata di lunedì. Alessandro, che di mestiere ha fatto anche il muratore, ha spiegato in un'intervista rilasciata a Sky che quell'abitazione non era soltanto spaziosa e con tutti comfort, ma era anche sicura. «È difficile ha detto trovarne una con i muri di 70 centimetri». Guardando le macerie che ancora fanno bella mostra di sé in via D'Aloisi, si notano al primo piano delle travi di legno che coprono pilastri in ferro. Più sopra si notano pezzi di cemento armato. Perché, pensano gli esperti, l'abitazione può essere costruiti in più anni. A quanto si racconta nella zona la più antica di Casamicciola e contemporaneamente la parte dell'isola storicamente a livello geologico a rischio sismico il primo piano della casa sarebbe stato realizzato a inizio secolo. Negli anni successivi, non prima della fine degli anni Sessanta visto la presenza di un rudimentale cemento armato, sarebbero stati innalzati dalla famiglia dei proprietari gli altri due piani. C'è chi parla di una domanda di condono presentata negli anni scorsi, ma non ci sono conferme ufficiali.

IL VICINO DI CASA
Ma Francesco, vicino di casa della famiglia di Ciro, preso dalla rabbia e dall'angoscia per aver perso anche lui l'abitazione, svela: «Hai voglia a dirgli: non costruite due, tre, cinque piani, perché qui è tutta zona sismica e un piccolo movimento butta il palazzo a terra. Lo dicevo tutti i giorni». Parole forti che, se ovviamente venissero verificate, tutto ad un tratto potrebbero capovolgere punti di vista e responsabilità fino ad ora negate e occultate. «Al primo piano c'era una cantina antica e hanno costruito sopra», - continua il vicino di casa disperato - Il palazzo crollando ha buttato pure la casa mia a terra».

IL PRIMO CITTADINO
Il sindaco di Casamicciola, Vincenzo Castagna, in un teso scambio con la stampa ieri mattina, ha detto che non ci sono certezze che quella «struttura fosse abusiva. L'abusivismo non c'entra nulla in questa vicenda. Parliamo invece di antichi edifici, costruiti in epoche quando le precauzioni antisismiche non esistevano, realizzate spesso dopo il terremoto del 1883». A visionare questa casa, nel primo pomeriggio, sono arrivati anche i consulenti della procura di Napoli che hanno aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio colposo plurimo e che stanno risalendo ai vari proprietari. Anche perché una delle vittime - Marilena Romanini, di 65 anni è morta sulle macerie di quella casa. Ha voluto vedere quell'abitazione anche il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che ha portato a Ischia la solidarietà del governo. Dopo essersi commossa mentre i vigili del fuoco le raccontavano del salvataggio dei piccoli di casa Toscano - «Sono una mamma anch'io» - ha scandito davanti ai sindaci lo stesso concetto che loro ripetono appena possono: «Sento parlare di abusi edilizi, ma non è questo il caso, queste case sono cadute per il terremoto».

LA CASA CON IL LAMPADARIO
È il manifesto di questo sisma che in cinque secondi ha distrutto uno degli insediamenti più antichi dell'isola, quello di Casamicciola. Quasi in maniera sardonica le onde telluriche hanno sbriciolato le pareti esterne di questa palazzina degli anni Trenta del secolo scorso aprendola avanti indietro, ma lasciando intatti il tavolo della sala da pranzo e il lampadario. Come se fosse pronta per ospitare i suoi proprietari dopo una giornata di lavoro. In pietra, avrebbe resistito agli ultimi terremoti, senza aver bisogno di grandi opere di consolidamento. Le macerie accumulate al suo ingresso ne fanno una bomba a orologeria, che potrebbe anche essere totalmente abbattuta.

LA CASA BIANCA
Subito dopo piazza Maio, sulla via che porta verso la Borbonica, questa casa a un solo piano, con un ampia tavernetta. Il terremoto, seguendo le onde telluriche che si sono emanate da una delle faglie aperte in quella parte di Casamicciola, ha frantumato e sbriciolato la facciata che fa angolo tra la strada e il cortiletto usato da parcheggio. Molte macerie sono cadute su una Fiat Panda che è ancora bloccata sotto i massi. Costruita in pietra, non si nota cemento armato e, secondo qualcuno, potrebbe essere costruita dopo la guerra. Le finestre, più nuove del resto della casa, sono rimaste saldamente al loro posto. Franco Buono, membro del collegio dei geometri della provincia di Napoli e residente a Barano, fa parte dell'equipe che sta vagliando lo stato di scuole, uffici e case di Ischia. «Uno degli errori che si fa sulla mia isola dice è il fai da te: il costruirsi la casa da soli o, quando va meglio, affidarsi anche a un manovale che dovrebbe anche occuparsi di staticità al posto di noi geometri».

LA CASA DELLA FORD
Chi vuole andare verso la Borbonica e Lacco Ameno o scendere al porto di Casamicciola da piazza Maio deve fare una pericolosa gincana davanti a quella che ormai tutti chiamano la casa della Ford. Anche perché il terremoto ha tagliato un terzo di questa vecchia abitazione, lasciando un cumulo di pietre che occupa oltre la metà di una già stretta carreggiata. Quasi intatte le camere da letto, mentre si è sbriciolato quello che un tempo era il salone. Le forze dell'ordine dicono che è uno dei casi di costruzioni con materiali scadenti denunciati. Nell'isola di Ischia ci sono 28mila domande di condono. Il sindaco di Lacco Ameno, uno dei comuni più colpiti, ha smentito a muso duro ai giornalisti che dietro i crolli ci siano casi di abusivismo: «Non c'entra niente, c'è una campagna denigratoria nei nostri confronti. Il problema vero è che ci sono migliaia di pratiche di condono inevase, che se espletate potrebbero portare a un maggiore controllo sulla stabilità degli edifici, che sono bloccate dai ritardi delle sovrintendenze, che non fa le linee guida».

LA CASA DEL TETTO SCHIACCIATO
Questa traversina di via D'Aloisio è stata bloccata da una casa che si è accartocciata sul suo tetto. A quanto si sa, vecchi proprietari l'avrebbero costruita su un rudere che in passato serviva come casa colonica. Non è rimasto nulla, soltanto macerie. Quella di edificare su un edificio esistente è una pratica molto diffusa a Ischia. In molti avrebbero approfittato di questo escamotage per aggirare le pratiche del condono, per ridurre la gravità dell'abuso, visto che l'ampliamento è un'addizione e non finisce per essere una nuova costruzione.

 

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