Cresce lo scontento al Sud: il 51% contro le vecchie élite e favorevole a soluzioni radicali

Cresce lo scontento al Sud: il 51% contro le vecchie élite e favorevole a soluzioni radicali
di Diodato Pirone
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Agosto 2016, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 16:21
Nel profondo Sud, questa volta, qualcosa si muove. Il titolo del recentissimo report SWG (“Polveriera Mezzogiorno”) è riduttivo rispetto al contenuto della ricerca-sondaggio che in realtà segnala nel Sud la formazione di una miscela potenzialmente esplosiva formata da rabbia e disgusto, diffuse in quantità molto maggiori che nel resto del Paese, che però non si scaricano sull’immigrato ma sulla classe dirigente “da abbattere”.
«Per certi aspetti sembra di essere di fronte ad una situazione pre-rivoluzionaria - spiega Enzo Risso, direttore di SWG - La crisi economica e il vuoto di prospettive stanno incanalando larghe fette di popolazione meridionale, in particolare i giovani, verso posizioni radicali». E in effetti i ricercatori SWG segnalano che se a livello nazionale il 43% degli italiani pensa che sia arrivato il momento di “fare la rivoluzione” il dato sale al 51% nel Mezzogiorno e al 56% fra chi nel Sud ha fra 18 e 30 anni.

I RISCONTRI
«Si riscontrano anche sentimenti negativi come una notevole dose di tristezza e un livello di fiducia pari alla metà di quello nazionale ma nel Sud la spinta al cambiamento forte e netto, al superamento di soluzioni riformistiche - spiega Risso - è alimentata soprattutto dall’ansia e dalla paura di fronte al futuro poiché il 45% dei giovani del Sud afferma di provare insicurezza per il proprio domani e il 32% di averne addirittura paura». Una molla potentissima, quella della paura, che però contrariamente al Nord non si rivolge contro l’immigrato o lo straniero o l’Europa, ma cambia il modo di percepire e analizzare la politica.
 
«Per i meridionali di oggi, i corrotti, le mafie, ma anche le tasse, i poteri forti, le burocrazie sono i nemici da abbattere», sottolinea Risso. Secondo gli spin doctor della SWG nel Mezzogiorno italiano ed in particolare fra i giovani meridionali sta crescendo un fiume carsico, alimentato da vari canali minori, che conduce l’acqua in una direzione ben precisa: quella che sfocia nell’identificazione del nuovo, come prodotto della sintesi fra cambiamento e onestà. «Il collante politico, che unisce persone provenienti da tradizioni, storie e pulsioni sociali e politiche differenti, è sempre più unidirezionale: licenziare (appena ne capita l’occasione) le vecchie classi dirigenti», assicura Risso. 
I ricercatori SWG leggono in questa chiave anche recenti fatti di cronaca come il gravissimo incidente ferroviario occorso in Puglia che ha portato alla morte di 23 persone fra pendolari e ferrovieri.

LA CHIAVE DI LETTURA
Spiega Risso: «Il disastro ferroviario avvenuto sul binario unico della linea Bari-Nord, ha riacceso l’attenzione e il dibattito (almeno mediale) sul Mezzogiorno. Si sono sovrapposte emotivamente due immagini: da un lato, una tragedia inqualificabile e ingiustificabile, che trova le sue ragioni più profonde non nell’errore umano, ma nell’immobilismo, nella sciatteria, nell’ingordigia di classi dirigenti e burocrazie che non riescono a realizzare gli indispensabili progressi di sviluppo e ammodernamento del Paese, anche quando i fondi ci sono da quasi dieci anni. Dall’altra parte abbiamo assistito alla generosità, all’impeto delle persone, che sono accorse a donare il sangue.

Un impulso che illustra non solo il richiamo emotivo dell’emergenza, la generosità contro il cinismo imperante, ma porta alla luce anche la reattività di un tessuto sociale, la forza pulsante che arde sotto le ceneri».
In questo scenario SWG segnala anche le richieste dei meridionali. La domanda: “Il Mezzogiorno di cosa avrebbe bisogno per risollevarsi?” ottiene i seguenti livelli di risposta: 50 per “maggiore lotta alla criminalità organizzata”; 40 per “maggiori investimenti da parte dello Stato”; 39 per “una nuova classe politica nelle amministrazioni locali meridionali”; 35 per “maggiore senso di legalità dei suoi cittadini” e solo 16 per “maggiori investimenti da parte dei privati”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA