Il caso era scoppiato lo scorso maggio negli ambienti della politica torinese creando polemiche velenose: a fronte di molti fornitori del Salone che aspettavano da tempo di essere pagati, Pasquaretta era stato liquidato in tempi rapidi.
La sindaca Appendino, in Consiglio comunale, aveva difeso la regolarità della procedura con cui era stato autorizzato l'incarico al portavoce. Il quale, dal canto suo, aveva restituito i cinquemila euro. Pasquaretta è indagato in un secondo procedimento, relativo alla serata di proiezione su maxischermo della finalissima di Champions League del 3 giugno 2017 nell'ex area industriale del Parco Dora: a giudizio degli inquirenti non tutte le procedure furono rispettate. Ieri in procura è stato ascoltato come 'persona informata sui fattì uno dei consiglieri comunali di opposizione che hanno dato più battaglia sulla faccenda del Salone del Libro, Stefano Lo Russo del Pd, che oltre a ribadire la sua ricostruzione della vicenda ha gettato un altro sasso nello stagno: le modalità con cui l'architetto Alberto Sasso (amico di Beppe Grillo, candidato M5S alla Camera alle ultime elezioni) ha ottenuto l'incarico di stilare il pre-dossier sulla candidatura di Torino alle Olimpiadi del 2026. I magistrati potrebbero interessarsi anche di questo.
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