Melania, tutti i segreti del marito
un telefonino solo per le amanti

Melania Rea
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Martedì 10 Maggio 2011, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 14:29
dal nostro inviato Giovanni Sgardi - ASCOLI - Doppi telefonini per nascondere i tradimenti, telefonate segrete dalle cabine. E ferite che non si spiegano, al punto da rendere necessari altri esami sul corpo di Melania Rea, la mamma di 29 anni uccisa nel bosco del teramano lo scorso 18 aprile. I carabinieri cercano di districare il groviglio di contraddizioni che avvolge il delitto e mettere a fuoco lo scenario su cui interrogare in controluce Salvatore Parolisi, 30 anni, caporal maggiore dell’Esercito attualmente considerato solo un testimone, che però sembra camminare sul filo di qualche contestazione più o meno grave. Un ruolo nell’omicidio? Il favoreggiamento di qualcuno che sta coprendo con le sue verità parziali? Il faccia a faccia prestissimo, in una data ancora da fissare.



Certo Parolisi dovrà spiegare perchè ha mentito su Ludovica P., la soldatessa di 27 anni laureata alla Sapienza e amante dei cavalli (foto sinuosa su Facebook, già rimossa), con cui aveva una relazione dai tempi del suo addestramento ad Ascoli. «Storia vecchia, finita» ha sempre detto lui. Eppure Salvatore aveva due cellulari, di cui uno dedicato soltanto a lei e ad altri occasionali flirt. Con la donna con le stellette, incontrata per l’ultima volta due mesi fa in un albergo di San Benedetto, il militare ha continuato a sentirsi anche dopo la sconvolgente morte di Melania. Il primo maggio Ludovica, caporale dell’ottavo Reggimento lancieri Montebello, in servizio a Roma ma attualmente impegnata in un corso di perfezionamento a Lecce, chiama Parolisi sul cellulare. Lui la interrompe, dice che non deve più parlargli al portatile, poi la richiama da una cabina. Ma l’apparecchio pubblico è guasto, il soldato sbotta, ne cerca un altro, riesce a stabilire un contatto con l’amante. Sembra che non si siano detti nulla di compromettente, ha riferito Ludovica (che sarà ascoltata di nuovo) ai carabinieri. Ma perchè tante precauzioni? Perchè Salvatore ha sempre cercato di far credere alla fine della storia d’amore, facendo infuriare la sua fiamma? E se Melania aveva due telefonini perchè uno riservato ai soli colloqui a tariffa scontata con la madre, quel doppio cellulare di Salvatore e Ludovica introduce un aspetto psicologico della relazione da non sottovalutare. Altro che scappatella già dimenticata.



Un tradimento non è un movente. Ma tutto quello che ha fatto l’istruttore del 235° Rav Piceno a questo punto diventa rilevante. E allora finisce sotto i riflettori anche la notte tra il 18 e il 19 aprile, quella che segue la scomparsa di Melania e che Salvatore trascorre in casa dell’amico Raffaele Paciolla. Quando la mattina presto Paciolla si sveglia, Parolisi è già uscito di casa. Dove è andato così presto se poi, per tutto il 19, è stato in caserma senza partecipare di persona alle ricerche? All’alba del 19 si verifica un altro episodio strano. A San Benedetto una soldatessa prende un taxi per Ascoli. Durante il tragitto riceve una telefonata, si allarma, si agita, promette a qualcuno di incontrarlo. Raggiunto il capoluogo piceno si allontana di fretta. C’entra con quanto avvenuto sul Colle San Marco? Sul punto dell’omicidio è stato trovato un accendino di Melania con le impronte di Salvatore, ma il particolare è irrilevante visto che fumavano entrambi. Venerdì verrà effettuato un nuovo esame cadaverico: alcune coltellate sarebbero state inflitte parecchio tempo dopo la morte della giovane mamma, il depistaggio con svastica incisa nella coscia e siringa infilata sotto il seno potrebbe essere stato studiato in un momento successivo all’omicidio. Da parte sua, la famiglia Rea difende ancora Salvatore: «Melania aveva fiducia in lui, noi crediamo in Melania».
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