Fisco, indagati Licio Gelli e famiglia: sequestrata villa ad Arezzo

Fisco, indagati Licio Gelli e famiglia: sequestrata villa ad Arezzo
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Giovedì 10 Ottobre 2013, 08:43 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 09:01

La Guardia di finanza ha eseguito sulle colline di Arezzo il sequestro preventivo di villa Wanda, residenza dell'ex venerabile gran maestro della loggia P2 Licio Gelli. Il provvedimento è stato adottato nell'ambito di un'inchiesta per presunti reati fiscali: tasse non

pagate per 17 milioni di euro. Sotto indagine, oltre a Gelli, la moglie Gabriella Vasile, i figli Maurizio, Maria Rosa e Raffaello, e ad un nipote, Alessandro Marsilli. Il reato è quello previsto dall'art.11 del decreto 74/2000, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte. Gelli, 94 anni, vive tuttora nella villa nel cui giardino, nascosti in vasi e fioriere, furono trovati nel 1998 oltre 160 chili d'oro in lingotti.

ll sequestro di Villa Wanda è stato disposto dal gip di Arezzo Annamaria Loprete su richiesta del pm Roberto Rossi ed eseguito dai militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Arezzo.

Il complesso è composto da due fabbricati, per un totale di 32 vani, con annessi piscina e locale serra, e da terreni agricoli della superficie complessiva di 11.150 metri quadrati. L'edificio ha tre piani, è immerso in un parco di tre ettari e situato in una delle zone più esclusive dell'aretino, la collina di Santa Maria delle Grazie. «Il signor Licio Gelli è a letto, è malato, non può rispondere al telefono», fanno sapere da Villa Wanda.

Dalle indagini è emerso che, già nel 2007, gli indagati, consapevoli dei rilevanti debiti da pagare all'Erario e prevedendo l'attivazione prossima delle procedure di riscossione coattiva da parte di Equitalia, hanno pianificato e realizzato, in un brevissimo arco di tempo, una serie di atti e negozi giuridici fittizi per svestirsi della proprietà di 'Villa Wanda', mediante la simulazione della dismissione a terzi da parte della storica società proprietaria che era al 100% controllata dai tre figli. Due, spiega la guardia di finanza, i passaggi chiave dell'operazione fraudolenta: le iscrizioni ipotecarie sull'immobile a favore della moglie di Licio Gelli e del nipote, a fronte di crediti vantati dagli stessi per l'erogazione di presunti finanziamenti nei confronti della società di famiglia; quindi, ottenuta tale giustificazione formale, la successiva alienazione del compendio immobiliare nell'asse patrimoniale di una società romana, precostituita ad hoc e sempre riconducibile ai medesimi congiunti di Licio Gelli. L'architettura della frode fiscale è stata svelata grazie alle indagini delle Fiamme Gialle svolte in stretto coordinamento con l'Agenzia delle Entrate di Arezzo, che hanno permesso di raccogliere le fonti di prova della commissione, da parte di Licio Gelli, dei tre figli, della moglie e del nipote, del reato di «sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte».

Nel 1998 l'Agenzia delle Entrate di Arezzo entrò in possesso di un testamento olografo di Licio Gelli, trovato da autorità di polizia giudiziaria francesi: qui hanno radice gli accertamenti che hanno portato ora al sequestro di Villa Wanda. Il testamento, spiega la guardia di finanza, attestava sue significative disponibilità patrimoniali in territorio estero, nonché di documentazione comprovante il sostenimento di spese a favore dei tre figli, Raffaello, Maria Rosa e Maurizio, per rilevantissimi importi, ben superiori ai redditi dichiarati. Da qui derivano contestazioni di omessi pagamenti di imposte sui redditi e di registro, che, dopo i ricorsi vinti dall'Amministrazione Finanziaria davanti alle Commissioni Tributarie, sono stati quantificati in cartelle esattoriali nei confronti di Licio Gelli per 8,8 milioni di euro, del figlio Maurizio per 7,2 milioni, della figlia Maria Rosa per 1,1 milioni e del primogenito Raffaello per 500 mila euro.

Secondo quanto scrive Wikipedia la villa si chiamava un tempo Villa Carla ed era proprietà della famiglia Lebole. I Lebole vendettero a Gelli quando questi divenne socio di una della loro società (l'azienda produttrice dimaterassi Dormire). Gelli ribattezzò la villa in onore della moglie, Wanda Vannacci. Per oltre 30 anni la villa ospitò molti fra i più potenti personaggi dell'economia e della politicaitaliana.

La villa salì agli onori delle cronache italiane il 17 ottobre del 1981 quando al suo interno vennero trovate le famose liste degli affiliati alla loggia massonica P2 e, durante le indagini successive, l'abitazione fu ampiamente setacciata dalle forze dell'ordine che vi ritrovarono molti lingotti d'oro celati nel giardino. Quando Gelli fu messo agli arresti domiciliari, scelse di scontare la propria pena in questa villa.

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