Violenza sulle donne, Ciriani e l'appello alle opposizioni: «Procedura d'urgenza per il ddl»

Il ministro per i Rapporti col Parlamento invoca una corsia preferenziale a Montecitorio per il provvedimento anti-femminicidi varato dal cdm lo scorso giugno

Luca Ciriani
di Andrea Bulleri
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Giovedì 14 Settembre 2023, 10:20

Spingere sull’acceleratore. Affinché il pacchetto di provvedimenti contro la violenza sulle donne diventi legge al più presto, «entro la fine dell’anno». A lanciare l’appello è il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani. Che chiede il «concorso di tutti», a cominciare dalle opposizioni, per far sì che il ddl contro la violenza di genere in discussione in commissione giustizia alla Camera imbocchi una corsia preferenziale. 

Il testo, predisposto dai titolari di tre diversi dicasteri (Pari Opportunità, Interni e Giustizia) varato dal cdm lo scorso giugno, prevede una serie di interventi per proteggere le vittime di violenza: si va dall’applicazione automatica del braccialetto elettronico per chi è ai domiciliari all’arresto in flagranza differita, fino al divieto di avvicinamento a meno di 500 metri dalla vittima. Misure che l’esecutivo punta a far entrare in vigore in tempi rapidi. Ecco perché Ciriani si rivolge alle opposizioni in Parlamento, auspicando la loro convergenza. A partire dalla conferenza dei capigruppo di oggi, «quando - annuncia il ministro -  chiederemo l'accelerazione dell'approvazione del disegno di legge sulla violenza sulle donne. Ho già scritto al presidente della Camera per chiedere l'urgenza sul provvedimento». L’obiettivo, insomma, è fare presto, così come ribadito proprio in un’intervista al Messaggero dalla titolare delle Pari opportunità Eugenia Roccella. Ma senza comprimere troppo il dibattito parlamentare, come sarebbe stato se il testo fosse stato approvato per decreto. «È possibile approvare questo testo così importante entro la fine dell'anno ma serve il concorso di tutti», osserva Ciriani.

La sola volontà del governo, tuttavia, potrebbe non bastare.

Perché per dare il via alla procedura d’urgenza, che imporrebbe alla Commissione giustizia di trasmettere il ddl all’Aula entro 30 giorni, serve una maggioranza qualificata alla capigruppo: devono essere d’accordo i presidenti dei gruppi che rappresentino almeno i tre quarti dei parlamentari. In ogni caso l’opposizione non sembra intenzionata a fare muro. Al contrario: «Siamo assolutamente d’accordo con la richiesta di spingere sull’acceleratore - apre dal Pd Valeria Valente, già presidente della commissione d’inchiesta sui femminicidi - Su un tema così rilevante, come già ribadito dalla nostra segretaria, non faremo venir meno la nostra collaborazione». Tanto più che, osserva Valente, il testo del governo «prende le mosse da un provvedimento analogo già presentato dalle ministre del governo Draghi, frutto di un lavoro comune. Sarebbe assurdo non riconoscerne la bontà, soltanto perché ora è una maggioranza di centrodestra a rilanciarlo».

In ogni caso, i dem si augurano però che non sia un prendere o lasciare: «Siamo convinti che il ddl possa essere ancora migliorato in Commissione. E siamo pronti a fare la nostra parte». E se anche dai Cinquestelle filtra disponibilità, Mariastella Gelmini parla di una procedura «doverosa»: «Noi di Azione lo chiedevamo da tempo, meglio tardi che mai». Mentre Mara Carfagna fa notare che il ddl del governo «ricalca quello presentato da noi a ottobre e inspiegabilmente mai portato in Aula. Almeno sulla violenza sulle donne - esorta l’ex ministra - possiamo mettere da parte tatticismi e propaganda?».

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