L'Anpi critica chi festeggia i 100 anni della fine della prima guerra mondiale con la solita retorica militarista

L'Anpi critica chi festeggia i 100 anni della fine della prima guerra mondiale con la solita retorica militarista
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Sabato 3 Novembre 2018, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 20:59
L'Anpi, associazione nazionale partigiani, critica chi - il prossimo 4 novembre - festeggerà i cento anni della fine della prima guerra mondiale. «Festeggiamenti sempre esaltati dalla retorica militarista e che furono punto di forza della  mistificatoria propaganda del regime fascista il quale, mentre sopprimeva ogni libertà in Italia - e con le leggi razziali avviava alla deportazione i cittadini ebrei italiani - faceva della guerra di aggressione a nazioni e popoli il punto centrale della sua politica, con le conseguenze che tutti dicono di conoscere ma che spesso sono volutamente dimenticate».

Le vittime italiane della prima guerra mondiale furono più di 600 mila, oltre un milione i feriti e tra questi più di 600 mila I mutilati. I morti totali in tutti i Paesi coinvolti nel conflitto furono quasi 10 milioni. «Tutto questo si sarebbe potuto evitare attraverso soluzioni diplomatiche, senza alcuno spargimento di sangue, come ormai acquisito e documentato storicamente» aggiunge l'Anpi chiedendo alle istituzioni che il 4 novembre «diventi giornata di studio e di Memoria, giornata di ripudio di tutte le guerre, in ricordo di tutte le vittime e a fianco di tutti coloro che sono coinvolti in conflitti e/o soffrono condizioni di discriminazioni».
 
 
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