Giustizia, ecco la riforma "nel nome di Silvio": via l'abuso di ufficio e freno alle intercettazioni

Domani in Cdm il testo del Guardasigilli Carlo Nordio. Via libera all'assunzione di 250 nuovi giudici

Giustizia, ecco la riforma "nel nome di Silvio": via l'abuso di ufficio e freno alle intercettazioni
di Francesco Bechis
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 14:04

Via l'abuso di ufficio. Stop alle intercettazioni selvagge, ma soprattutto una brusca frenata alla loro pubblicazione sui giornali. E poi ancora il carcere preventivo, il traffico di influenze. È pronta la riforma della Giustizia del governo Meloni. La prima targata Carlo Nordio, il Guardasigilli che la premier ha voluto a tutti i costi a via Arenula.

La svolta "nel nome di Silvio"

Domani in Cdm arriverà un primo pacchetto di misure. Una riforma «in onore di Silvio», la chiamano così in tanti nel governo per il tempismo con cui le nuove regole per le toghe saranno varate, a sole ventiquattr'ore dal funerale di Silvio Berlusconi. Arriva a Palazzo Chigi con un percorso tortuoso il testo del Ddl Nordio, al termine di una faticosa trattativa in maggioranza, ad esempio sulla cancellazione dell'abuso di ufficio cui la Lega di Matteo Salvini si è sempre detta contraria. La riforma, così almeno nell'ultima bozza, opta invece per una soluzione tranchant: il reato più temuto e destato dai sindaci italiani sarà cancellato tout court dal codice penale e il relativo articolo, 323, abrogato. Soluzione che mette d'accordo Forza Italia e FdI ma in queste settimane ha attirato le polemiche della magistratura e delle opposizioni.

Carcere e tribunali

Interviene però su diversi fronti il testo di Nordio. Fra questi, si diceva, anche l'applicazione delle misure cautelari custodiali, il "carcere preventivo" e gli arresti domiciliari. D'ora in poi a decidere non sarà un singolo Gip ma un collegio formato da tre giudici con la previsione per la maggior parte dei reati, esclusi quelli più gravi o che presentano un concreto pericolo di fuga dell'indagato, di un interrogatorio preliminare. Un aggravio di costi e risorse per un sistema della giustizia come quello italiano che già registra una grave carenza di giudici nei tribunali. Forse per questo il governo interviene avallando un nuovo round di assunzioni: «Il ruolo organico della magistratura ordinaria è aumentato di duecentocinquanta unità da destinare alle funzioni giudicanti di primo grado», si legge all'articolo 5.

Il traffico di influenze

Sempre sul fronte dei reati contro la Pubblica amministrazione la riforma approva una stretta su un'altra fattispecie di reato, il traffico di influenze illecite, punito con la pena della reclusione da un anno e sei mesi a quattro anni e sei mesi ex articolo 346-bis del codice penale. Ebbene la bozza di riforma qui prevede una «riduzione dell'ambito applicativo» del reato che sarà limitato a «condotte particolarmente gravi».

Di più: per chi decide di collaborare con la giustizia scatterà la «non punibilità».

Il freno alle intercettazioni

L'ultimo capitolo, quello delle intercettazioni, è destinato a far discutere. In attesa di una revisione organica, la riforma interviene con l'obiettivo di tutelare i terzi estranei alle indagini. E approva un giro di vite sulla loro pubblicazione sui media: potranno finire sui giornali solo le intercettazioni il cui contenuto sia «riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento».

Se oggi è possibile pubblicare "per riassunto" le registrazioni una volta che sono depositate, d'ora in poi non si potrà fare. Seguono regole ancora più stringenti per giudici e pm che dovranno stralciare dai brogliacci e i provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini e nelle rispettive richieste e ordinanze di misura cautelare non potranno indicare i dati personali di soggetti diversi dalle parti.

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