Nicola Zingaretti: «Ora un patto tra cinque Regioni per far ripartire il Centro Italia»

Nicola Zingaretti: «Ora un patto tra cinque Regioni per far ripartire il Centro Italia»
di Nicola Zingaretti
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Venerdì 9 Aprile 2021, 00:07 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 09:57

Nel 2019 il Centro Italia generava il 21,5% del Pil italiano, 385,3 miliardi di euro un valore superiore a quello di molti Stati dell’Unione Europea, sarebbe stato il decimo Paese per Pil nell’Ue27. Un territorio fondamentale per la crescita del Paese e dove sono localizzate oltre 1milione e trecentomila imprese. 


Poi è arrivato il Covid, che da oltre un anno ci sta travolgendo.

L’emergenza sanitaria è diventata presto anche un’emergenza sociale ed economica. Una crisi che si innesta in una lunga stagione di difficoltà del nostro Paese, che già prima del coronavirus aveva l’esigenza di trovare una via coraggiosa e innovativa per il proprio futuro. 

La pandemia, come denunciato anche dalla Svimez sul Messaggero, rischia di creare una frattura ancor più profonda tra i territori con il rischio di lasciare indietro un nuovo pezzo di Paese: il Centro Italia. Un territorio che ha, invece, enormi opportunità di sviluppo. Oggi abbiamo l’occasione per ridisegnare l’Italia e valorizzare quest’area piena di ricchezze e potenzialità.

 
SEGNALI POSITIVI
Nella preoccupazione per questa fase di difficoltà, i segnali positivi non mancano. Il Lazio ad esempio tra il 2012 e il 2020 è stata la prima regione italiana per crescita degli occupati: +5,6% contro una media italiana del +1,5%. Siamo la prima regione italiana per innovazione secondo l’European Regional Competitiveness Index della Commissione Europea, anche grazie alla straordinaria concentrazione di sapere, Università e centri di ricerca che abbiamo sul nostro territorio. Nel 2020 siamo stati la prima regione italiana per crescita di imprese. Sapere, cultura e innovazione possono essere alcune delle parole chiave per ridare slancio al Centro Italia.


La pandemia ha sicuramente creato una situazione di profonda crisi in molti aspetti dell’economia dei nostri territori e per superare questa fase la prima priorità resta quella di sconfiggere il Covid, concentrando le nostre energie in particolare sulla velocità della campagna vaccinale, perché non ci potrà essere una vera ripresa economica senza aver messo in sicurezza tutti i cittadini. Allo stesso tempo per contrastare gli impatti economici dobbiamo usare al meglio le risorse disponibili, in particolare quelle del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Abbiamo un’occasione unica non solo per affrontare i problemi che si sono aperti con la paralisi delle attività di questi mesi, ma anche per affrontare i nodi strutturali che da anni bloccano le opportunità, in particolare di giovani e donne, e hanno impedito ai nostri territori e al Paese intero di mostrare appieno il suo potenziale. La domanda cruciale è quale visione abbiamo per il futuro dopo la crisi, qual è la nostra idea di economia e lavoro su cui puntare per il rilancio. 


SINERGIE
Le regioni Lazio, Marche, Toscana e Umbria, e aggiungerei anche l’Abruzzo, sono territori sicuramente diversi con peculiarità e caratteri distintivi unici, ma io sono convinto che su alcuni grandi obiettivi strategici possiamo sviluppare insieme sinergie preziose. Le nostre sono regioni che hanno una vocazione naturale per lo sviluppo sostenibile, che è una delle grandi missioni su cui concentrare i nostri sforzi nei prossimi anni. Nel centro, poi, oltre ad “andarci”, ci si passa, dal nord verso il sud e viceversa. Il centro è “attraversato”. Anche per questo infrastrutture moderne della viabilità e della logistica saranno fondamentali. Penso per esempio ai benefici che verranno dal completamento di alcune opere strategiche, a partire dalla Orte-Civitavecchia, per chiudere il collegamento tra il Porto di Civitavecchia con l’Interporto di Orte, l’autostrada A1 e l’Adriatico. Penso al tema del trasferimento tecnologico e dell’innovazione delle imprese, alle scienze della vita. E naturalmente all’enorme riserva di bellezza e cultura che possediamo, e che potrebbe diventare ancora più un volano per lo sviluppo intelligente, per il lavoro e per il turismo, se coordinassimo le nostre azioni.

 
Abbiamo davanti una stagione di grandi investimenti pubblici, e anche privati, dobbiamo programmarli, pensandoli insieme. Superando frammentazioni e visioni anguste e anacronistiche. Nel mondo globalizzato la competitività si gioca a livello di sistemi territoriali larghi pienamente integrati e connessi. Insieme abbiamo tutto quello che il mondo cerca: qualità e personalizzazione del prodotto, innovazione, bellezza, design, cultura, storia.


Una condizione imprescindibile, però, per dare sostanza a tutte le azioni per lo sviluppo è la semplificazione. Dobbiamo accelerare al massimo perché i progetti calino sui territori nel minor tempo possibile. Per questo serve una grande concretezza su obiettivi chiari, disboscare la selva normativa, eliminare sovrapposizioni tra livelli diversi di governo. Garantire regole semplici, che portino ad un’attuazione veloce dei processi. 
Partendo da questi temi nei prossimi giorni scriverò al Presidente delle Marche, della Toscana, dell’Umbria e dell’Abruzzo per esprimergli la mia disponibilità a lavorare insieme su forme di coordinamento comune che ci possano permettere di dare maggior voce alle istanze dei nostri territori, con un approccio propositivo e senza nessuno spirito di rivalsa verso il resto del Paese.

 
Dobbiamo correre per cogliere le opportunità che la storia ci offre: penso in primis ad un grande evento come il Giubileo del 2025, il primo che ci sarà a livello mondiale dopo che avremo sconfitto la pandemia. Ecco, se saremo in grado di potenziare adeguatamente le connessioni tra i nostri territori, potrà essere uno straordinario volano di sviluppo per tutto il Centro Italia.

Nicola Zingaretti
 

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