Monica Cirinnà, vi ricordate la pasionaria delle unioni civili del Pd? Che fine ha fatto? La ex senatrice ha aperto una fattoria e un ristorante che sfrutta e cucina i prodotti coltivati nell'azienda agricola "Terra" aperta a Capalbio, in provincia di Grosseto. Una vita agreste, a contatto con la natura, molto diversa dalla vita precedente: Cirinnà non è stata eletta: nel collegio Roma IV è stato un plebiscito a favore di Giorgia Meloni. L'ultima volta che era finita sui giornali era per una storia strana: i soldi, tanti, trovati nella cuccia del cane Orso suo e di suo marito. In una busta di plastica, nascosta dentro la cuccia, erano impacchettati 24 mila euro. L'inchiesta è stata archiviata, Cirinnà e il marito non non sono neanche mai stati chiamati a parlare davanti ai magistrati.
Monica Cirinnà, la nuova vita nel ristorante rurale
E la vita del nuovo ristorante rurale com'è? Con 13 ettari di vigneto Cirinnà produce 100 mila bottiglie all’anno di Sangiovese e Ansonica.
Eppure qualche rammarico c'è: nessun collega dem ha ancora prenotato una cena, un pranzo, una visita chez Cirinnà. Le malelingue dicono che è perché i dem vanno al Twiga, Versilia batte Maremma 10 a zero. Ma, battute a parte, se servisse un'ulteriore foto di famiglia, questa è l'ultima, scattata da Cirinnà. Ed è l'immagine di un partito, il Pd, molto diviso, sfilacciato. Che non siano arrivati esponenti della comunità dem, lo racconta la stessa Cirinnà in un'intervista al Corriere in cui spiega la sua nuova vita.
Cirinnà, il rapporto con il Pd e «il colpo di mano di Ferragosto»
«La mia vita adesso è qui alla fattoria. Da novembre mi sono trasferita in Toscana, ho spostato la residenza. Produco vino, olio, conserve, marmellate, pomodori. Non da ora, lo faccio da oltre vent’anni, era il 2002 quando io e mio marito Esterino Montino abbiamo creato la CapalBio. Pure sui moduli per Palazzo Madama, alla casella professione, ci avevo scritto: imprenditrice agricola, mica è un’esclusiva della Santanchè», ha detto Cirinnà a Giovanna Cavalli del Corsera. Qualcuno ha prenotato?
«Non mi ha contattata nessuno, nemmeno del Pd locale o tra gli eletti in Toscana». «Il telefono non suona», ha aggiunto. Racconta di quando saltò il posto da capolista, sinonimo di elezione praticamente sicura. «Non dimentico il colpo di mano di Ferragosto - dice al Corriere - quando Letta con i suoi sodali rinnegarono la decisione della direzione regionale che mi voleva capolista. Zingaretti, Orlando, Franceschini, ognuno ha protetto i suoi».