Toto Cutugno morto, il ricordo di Alba Parietti: «Un maschio alfa. Quante liti in quella Domenica In»

La conduttrice parla del suo rapporto con il cantautore de "L'italiano", scomparso ieri a 80 anni: "Eravamo due primedonne. L'italiano? Non mi piaceva. Poi capii perché era una hit".

Toto Cutugno morto, il ricordo di Alba Parietti: «Un maschio alfa. Quante liti in quella Domenica In»
di Mattia Marzi
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Mercoledì 23 Agosto 2023, 17:16 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 19:38

«Toto era il classico maschio alfa. Quella Domenica In che conducemmo insieme, nel 1992, fu difficilissima. Avevamo due caratteri tosti. C’era una sorta di amore e odio, tra noi due. Ma alla fine da quell’esperienza scaturì um rapporto di grande affetto», dice Alba Parietti, ricordando Toto Cutugno, scomparso ieri a 80 anni. Con la voce de L’italiano trent'anni anni fa Alba Parietti condusse un’edizione del contenitore domenicale di Rai1 a suo modo storica, segnata da liti e biticci tra i due. E non solo.

Cutugno, Alba Parietti e Domenica In

Cutugno, notoriamente incazzoso, faticò a dialogare con la squadra dietro al programma, come lui stesso confessò anni dopo: «Ero irriconoscibile: un idiota infinito, battevo sempre i pugni sul tavolo, urlavo a tutti che comandavo io.

Insomma, ero odioso, insopportabile e con Alba ci mandavamo a quel paese ogni cinque minuti. Dopo un po’ mi hanno cacciato, uno così prima o poi la paga. Da allora, per 8 anni sono finito in un dimenticatoio pazzesco».

Cosa accadeva la domenica, nello studio del programma?
«Di tutto. Eravamo due primedonne, in quel momento. Toto, in particolar modo, era un vero maschio alfa. Ma con il tempo imparai a trovare in lui quella dolcezza nascosta, quasi malinconica».

Che vuol dire?
«Era fiero e orgoglioso. Un burbero, ma dal cuore tenero. Mi spronò a cantare. Fu grazie a lui se duettai con Loredana Bertè e Biagio Antonacci e cantai con Sting, mettendomi alla prova. Mi spronava e mi curava. Era un genio. A volte incompreso».

Perché?
«Ha regalato agli italiani un motivo di orgoglio a livello mondiale. Ma le sue canzoni, che per noi italiani sono una bandiera, un simbolo di appartenenza, erano spresso disprezzate per stupidi pregiudizi. Ne avevo alcuni anche io».

Racconti.
«Ero snob nei confronti de L’italiano, il suo più grande successo. Poi, girando per il mondo mi sono resa conto di quanto quella canzone rappresentasse davvero il nostro paese: un capolavoro di semplicità, non a caso diventata un classico senza tempo».

Avete continuato a frequentarvi, dopo quella Domenica In?
«Eccome. In tante occasioni. Ci volevamo bene. Sapevo che stava male. Non me l’aveva detto lui, ma amici in comune: era troppo fiero per aprirsi in quel modo. La notizia della sua scomparsa mi ha colto impreparata. Ora mi auguro che questo Paese lo omaggi come Toto meritava».

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