Oggi Ornella Muti vive in mezzo al verde, nel basso Monferrato. Precisamente a Lerma in un’antica abbazia del Seicento, in cui si produceva vino. Ora ci vive insieme a sua figlia Naike. «Il posto è magnifico», racconta l'attrice a La Stampa. Il suo primo film nel 1970, La moglie più bella di Damiani. «Quel ruolo arrivò per caso. Ero andata al provino solo per accompagnare mia sorella, alla fine presero me. Non perché fossi più brava, a loro serviva una ragazzina di 14 anni e io avevo quell’età». E fu proprio Damiani a inventarsi il suo nome d’arte: «Non voleva che mi confondessero con un’altra attrice, Luisa Rivelli». L'ultimo film? Esce oggi nelle sale: Lo sposo indeciso di Giorgio Amato e un cast d'eccezione. Con Ornella Muti ci sono: Gian Marco Tognazzi, Ilenia Pastorelli, Francesco Pannofino, Giorgio Colangeli, Claudia Gerini.
In carriera è stata diretta da Monicelli, Ferreri, Risi, Steno, Magni, Scola e anche da Woody Allen che lei, a differenza di tanti altri attori, non rinnega: «Non è mai stato condannato per nulla.
Intanto il movimento MeToo ha compiuto cinque anni. Un movimento che ha cambiato il cinema: «Diciamo che ha messo sul chi va là molti personaggi del cinema. Io stessa sull’argomento ne avrei da raccontare. Mia madre mi ha sempre accompagnato ai provini fino alla maggiore età e dopo sono stata brava a non ritrovarmi in situazioni potenzialmente pericolose. Anche qui però si è andati oltre. Oggi gli uomini non sanno più come provarci, se ci fanno una carezza sul braccio hanno paura che li denunciamo. Il che è assurdo».