Nancy Brilli: «Mia madre morì quando avevo 10 anni. Sono cresciuta con mia nonna, odiava le donne. Io rifatta? No, sono fotogenica»

L'attrice compie 60 anni il 10 aprile

Nancy Brilli: «Mia madre morì quando avevo 10 anni. Sono cresciuta con mia nonna, odiava le donne. Io rifatta? No, sono fotogenica»
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Domenica 7 Aprile 2024, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 18:28

Nancy Brilli compie 60 anni, ma la sua energia e il suo rapporto con la bellezza restano immutati, come racconta all'Adnkronos, alla vigilia del suo compleanno, il prossimo 10 aprile. «Io amo la bellezza, mi piace essere bella e mi piacciono le persone belle, fosse per me aiuterei tutte le persone a crearsi un'armonia. Certo - ammette - il corpo non è più quello di quando avevo 20 anni, ma ci tengo che sia sano perché devo tenermi in forma ancora per un pò di tempo, per i miei nipoti. Detto ciò non sono una fissata per le diete o per allenamenti estenuanti e quotidiani perché, di fondo, resto una pigra». Certo, «si cambia col passare degli anni e se qualcuno si può dare una 'aggiusticchiatà se la dà - sorride - ma gli stravolgimenti che vedo in giro mi fanno impressione: essendo stata con un chirurgo plastico, in quel periodo erano tutti convinti che fossi una 'tutta rifattà, basti pensare - racconta - che era la prima domanda di qualunque intervista. Un incubo. In realtà se uno mi vede di persona lo vede e capisce che non è così, ma che fortunatamente sono molto fotogenica». 

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La morte della madre

E tra i racconti, dall'infanzia all'adolescenza fino alla sua prima occasione di lavoro, avvenuta per caso, c'è anche posto per un dolore immenso, vissuto a soli 10 anni, con la morte della madre. Com'è stato? «Non lo so», risponde d'impeto, «perché è stato talmente grande, tragico e sconvolgente, che la mia memoria l'ha completamente cancellato. Rimosso. Io non ricordo niente», assicura. «Non sono mai, mai, riuscita a sognare mia madre - confessa l'attrice - e, in un momento in cui cercavo a tutti i costi un ricordo di lei, ho tentato anche l'ipnosi: niente da fare. È tutto sepolto sotto strati e strati di coscienza e non è mai venuto fuori nulla». Brilli racconta quindi di essere cresciuta con la nonna paterna. Una seconda mamma? «No - si fa dura la sua voce - una donna che mi ha fatto solo da tutrice, e perché costretta a farlo.

Una donna che detestava le altre donne, che per lei erano tutte stupide o tutte poco di buono, la classica madre italiana di figlio maschio, adorato». Maschio, appunto. Non c'era spazio per una donna, anche se bambina e nipote orfana. «Forse, proprio per questo, al contrario di mia nonna, io ho un immenso senso di protezione verso le donne, soprattutto quelle in difficoltà», racconta Brilli, che si è molto impegnata in campagne contro la violenza sulle donne o in iniziative a favore di donne di periferie difficili, come Scampia a Napoli o San Basilio a Roma. 

L'amore

L'amore ha un ruolo importantissimo nella vita di Nancy Brilli. «E' una cosa che mi definisce, ci tengo al fatto che le persone stiano bene, mi prendo cura delle persone che conosco e anche di alcune che non conosco, come i miei 12 bambini adottati a distanza in India, mi fa stare bene e mi dà un senso aiutare specialmente le donne. Ti rendi conto che questo tipo di amore ti arricchisce, e ricevi sempre molto più di quanto dai«. Quanto a una relazione sentimentale confessa: «In questo momento non c'è ma non sono chiusa ad accoglierla. Sicuramente oggi sono molto più selettiva, perché dopo la mia ultima storia, ho voluto capire perché finivo sempre con un certo tipo di persone, perché i discorsi e le liti finivano sempre in un senso, insomma il perché di queste coazioni a ripetere. E la risposta quasi sempre è stata il mio cercare a tutti i costi una famiglia. Fino a quando mi sono resa conto che la mia famiglia è mio figlio, i pochissimi amici veri, che si contano su una mano, per i quali farei qualsiasi cosa e loro farebbero lo stesso per me, insomma le persone del cuore. A differenza della famiglia di sangue che è un terno a lotto, un dado estratto, che non ti scegli, la famiglia di cuore la scegli tu!«. Ma oggi la sessantenne Nancy Brilli è felice? »Che parolona!«, ride. »Per me la felicità non si declina in maniera costante. Diciamo che non sono infelice, diciamo che sicuramente vivo una fase serena, positiva, sto bene, ho imparato tante cose di me e le ho messe nelle giuste caselle« con una 'operazione cassettì. »Io - spiega - ho come una cassettiera mentale dove per esempio c'è il cassetto degli amici, il cassetto di quelli con cui vai al cinema, quelli che incontri al Premio X e con cui parli solo di lavoro. Ho spostato un sacco di gente da un cassetto all'altro, dando un ordine diverso. Forse prima non sarei riuscita a farlo perché, essendo stata una bambina abbandonica, avevo bisogno di affetto a tutti costi e da tutti, puntavo più sulla quantità che sulla qualità degli affetti. Oggi mi chiedo perché dover piacere sempre tanto a tutti, persino a quelli che manco ti piacciono? Oggi non mi interessa più il consenso assoluto, l'unanimità. Per questo da alcuni cassetti ho eliminato tante persone finte, che non valevano niente, che mi stavano accanto per qualche tipo di profitto. Dunque, dal 60esimo in poi inizio 'purificatà«.

Quando la Ferilli la "corteggiò"

A pochi giorni dal suo compleanno, il 10 aprile, si racconta ricordando alcune fasi importanti della sua vita e parlando della donna che è oggi, energica come sempre ma molto più serena, autonoma, determinata e elettiva: «Oggi prendo più decisioni, seleziono e mi assumo più responsabilità. Non sto più ad aspettare la telefonata, qualcuno che mi chiami. È già da un pò che mi creo da sola occasioni interessanti, soprattutto in teatro. Mi sono scelta registi, commedie, colleghi». Ma di tutti i film girati in 40 anni di carriera, quale metterebbe in cima alla lista? «'Compagni di scuolà - risponde - perché lì ho visto un grande direttore di attori: Carlo Verdone. Così come lo era Gigi Proietti, che non mi ha mai diretto ma con il quale, negli anni, ce lo ripromettevamo sempre. Lui però voleva trovare la cosa giusta per me e...poi, purtroppo, non c'è stato tempo!». E tra i ricordi di lavoro, nella sua carriera lunga ormai 40 anni (esordì appena 19enne al cinema, quasi per caso) 'pescà un aneddoto datato 1999: quando «Sabrina Ferilli mi corteggiò, quasi da fidanzato, per convincermi a fare la serie tv 'Commessè insieme a lei. Mi mandò fasci di rose rosse, come un amante galante. Io in quel periodo avevo tante proposte di cinema e l'idea di fare una serie così lunga mi lasciava perplessa, ma poi, evidentemente, cedetti e mi lasciai convincere», sorride. 

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