Mika: «La fama oggi è più fragile. Oggi sono più libero di quano avevo 35 anni»

Mika: «La fama oggi è più fragile. Oggi sono più libero di quano avevo 35 anni»
di Luca Uccello
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Giovedì 11 Aprile 2024, 09:52

Mika, alias Michael Holbrook Penniman Jr., a 40 anni appena compiuti si sente «con una grinta, visione e sensibilità artistiche ancora più feroci. Sento - racconta a La Repubblica - di avere più fantasia di quando avevo 35 anni». E il tour “Apocalypse Calypso” nato dall’ultimo album in francese Que ta tête fleurisse toujours ne è la dimostrazione con un gran finale a Lucca il prossimo 19 luglio. Mika si sente anche più libero, anche se la libertà dice va conquistata ogni giorno. Sicuramente «provo più coraggio e gioia nella difesa delle mie idee, e nel vedere minuscoli dettagli diventare essenza nelle mie opere».

La fama

Con il quotidiano La Repubblica parla di come resistere ai tempi, di come si può essere diversi. Mika non conosce la soluzione ma ha una certezza: «Le vendite dei dischi crollano ma i concerti, quelli con gli esseri umani sul palco, hanno sempre più pubblico. Per sopravvivere tocca dunque identificare la propria nicchia, tenersela stretta, sviluppare e difendere le cose che ti rendono diverso, speciale.

Oggi anche canzoni di enorme successo possono disintegrarsi facilmente. La fama è più fragile di un tempo».

Mika ha sempre uno sguardo sul mondo, anche sul suo Libano. Non ci va da qualche anno. «Nel 2021 lo Stato mi diede la più alta onorificenza e il passaporto per il concerto di beneficenza “I Love Beirut”. Poi scrissi su Le Monde un articolo critico della politica libanese e... puff! Tutto svanito». Forse perché «la politica è sempre più un palcoscenico. In ciò somiglia molto alla musica. Con una differenza: se la politica internazionale si nutre sempre più di odio e paura, il bene più prezioso della musica è l’amore, l’apertura, la solidarietà». C'è un posto in cui Mika si sente a casa sua? «Sentirsi a casa è sentirsi bene con le persone intorno. Puoi avere tutta la ricchezza e libertà di questo mondo. Ma se poi non ti senti parte di una comunità, la tua vita sarà comunque avvilente».

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