Un fiore gigante in spalla, svariati cambi d'abito, oggetti animati e non sul palco: Uj diventa come Casa Mika, col pubblico in piedi sotto il palco fin dai primi minuti. Lo stesso Mika aveva dichiarato che la scaletta del concerto l'avrebbe decisa in base agli input del pubblico e quello di Uj ha risposto con entusiasmo.
"A Perugia c'è il chiasso più delizioso del mondo", ha detto ricordando quando dal roof garden del suo hotel, in pieno centro, sei anni fa, dopo il suo live si gustò la notte di Uj con concerti in piazza e jam session fino a tarda notte. "Questa sera ci tornerò e prego di sentire lo stesso meraviglioso rumore: se in ogni città fosse qualche notte cosi, nel mondo ci sarebbe più tolleranza e bellezza. Questo non è un film Pixar o Disney, è la realtà!". Una storia da segnare nell'album di Umbria Jazz.
Il pubblico si scalda sempre di più: "Preparatevi a vivere la più grande jam session di Perugia e Uj". Luci, colori, salti e canti con Mika che su una base di piano solo si diverte a dirigere il pubblico che dalla prima fila alla gradinata risponde senza sosta. "Ma le ragazze cantano meglio, o i ragazzi sono troppo timidi". Una macchina da palcoscenico, un performer che anche da solo lo avrebbe riempito, ma senza gigioneggiare, sempre con misura e sensibilità. Come quando saluta Renzo Arbore che nel 2016 era tra il pubblico. "Quanto vorrei fossi qui. Ti chiederei di suonare il clarinetto insieme a me". Il presidente onorario di Uj avrebbe sicuramente apprezzato.
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