Mancia monstre per la cena, poi ci ripensa e richiede indietro 3mila dollari alla cameriera: il locale porta cliente in tribunale

L'uomo ha preteso la restituzione del denaro (dato per un pasto di 13 dollari) tre mesi dopo. Ma il titolare si è rifiutato. E dopo i tentativi di conciliazione sono finiti davanti al giudice

Mancia monstre per la cena, poi ci ripensa e richiede indietro 3mila dollari alla cameriera: il locale porta cliente in tribunale
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Venerdì 23 Settembre 2022, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 09:58

Prima ha fatto il gesto "memorabile", lasciando alla cameriera una mancia di quasi 3mila dollari per un pasto che gliene era costati appena 13. Poi il ripensamento. E ha chiesto che la somma gli fosse restituita. Ma a questo punto tra il cliente e la cameriera si è messo il titolare del locale. Che gli ha negato la restituzione e minaccia di portarlo in tribunale.

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La super-mancia "reclamata"

A ricevere la lauta mancia - circa tre mesi fa - era stata Mariana Lambert, una cameriera dell'Alfredo's Cafe a Scranton, in Pennsylvania. Il cliente-Paperon de' Paperoni era Eric Smith che gliela aveva elargita - aveva detto - dopo essere stato ispirato da un movimento online chiamato "Tips for Jesus".

Quando le avevano detto della ingente somma versata per lei, non ci aveva creduto. Ma poi il il pagamento con carta di credito di Smith era andato a buon fine. Tutto vero. Il gesto aveva colpito nel segno. La cameriera, ovviamente, era in visibilio per la gentilezza del cliente. Poi il passo indietro.

LA BATTAGLIA LEGALE

Sì, perché Smith ci ha ripensato. Al bar è arrivata una raccomandata a sua firma: contestava il pagamento e richiedeva richiedere il rimborso. Ma l'azienda aveva già elaborato il pagamento e a Mariana aveva dato in contanti la "esorbitante" cifra di mancia. Hanno cercato di contattare il signor "super mancia" su Facebook, ma senza risultati. E adesso si passerà molto probabilmente dalla bacheca virtuale alle aule di tribunale.

I PROPRIETARI DEL LOCALE

Il manager dell'Alfredo's Café, Zachary Jacobson, ha espresso la sua delusione per come è andata a finire la storia: «Pensavamo che qualcuno stesse effettivamente cercando di fare una cosa buona - ha detto -  E poi ora, tre mesi dopo, fa marcia indietro? A questo punto non ci è restato che sporgere denuncia». Alla magistratura l'ardua sentenza.

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