Cameriera molestata dal titolare mentre prende le ordinazioni, a processo ristoratore di Trastevere

Il ristoratore ha infilato una mano sotto la gonnella della sua dipendente davanti ai clienti

Cameriera molestata dal titolare mentre prende le ordinazioni, a processo ristoratore di Trastevere
di Valeria Di Corrado
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Venerdì 7 Luglio 2023, 00:26

Stava prendendo le ordinazioni al tavolo di un noto ristorante di Trastevere, quando il titolare le si è avvicinato e, davanti ai clienti sbigottiti, ha infilato una mano tra le gambe della cameriera. Per questo ora Andrea T., 47 anni, è accusato di violenza sessuale aggravata, dall’«avere profittato di relazioni di prestazioni di opera». Il pubblico ministero del pool dei reati da “codice rosso”, Stefania Stefanìa, ha chiesto il rinvio a giudizio dell’imprenditore romano. L’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale capitolino, che era in programma ieri, è stata rinviata a un’altra data.

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LA VICENDA

I fatti contestati risalgono al 19 giugno 2021.

La vittima lavorava in quel periodo per l’osteria trasteverina, molto pubblicizzata sui media, in cui vengono serviti piatti tipici della cucina romanesca e pinsa. Come ogni sera stava girando per i tavoli a servire le pietanze e prendere le ordinazioni. A un certo punto, mentre era intenta ad appuntarsi la “comanda” di alcuni clienti, uno dei due titolari del locale, dopo essersi avvicinato alla giovane dipendente, «le infilava da dietro una mano tra le gambe - si legge nel capo di imputazione - toccandole con un dito le parti intime». E poi, «soddisfatto» - specifica il pm - compiva un gesto di apprezzamento per quello che aveva appena fatto, di fronte allo sguardo sbigottito delle persone sedute al tavolo.

La vittima, presa alla sprovvista e destabilizzata dal fatto che l’autore della violenza fosse anche il suo “capo”, ha temporeggiato prima di decidere se denunciarlo; ma alla fine, armata di coraggio, ha raccontato tutto agli investigatori. Ne è nato un procedimento giudiziario, che, al termine delle indagini preliminari, ha portato alla richiesta di rinvio a giudizio per il 47enne che lavora nel settore della ristorazione da circa 28 anni. In passato aveva gestito altri ristoranti nel centro di Roma, e, di fronte a una brutta recensione, aveva risposto così: «Amo questo lavoro, lo amo veramente e lo difenderò da persone come lei per tutta la vita. Avrei immensamente piacere che lei mi querelasse per poter portare in tribunale e sui giornali le fatture quotidiane di insalata fresca prima scelta che scarichiamo quotidianamente, così come le fatture di salumi e formaggi top quality che acquistiamo per i nostri taglieri. La prego mi denunci, mi aiuti in questa crociata contro il cattivo gusto e la stupida saccenza». In questo caso il ristoratore in tribunale ci è finito lo stesso, denunciato però da una sua cameriera, per un gesto che definire di cattivo gusto è poco.

IL PRECEDENTE

Un’altra cameriera, che lavorava in un ristorante di fronte all’ingresso dei Musei vaticani, è stata violentata da un suo collega, per una sfida di cattivo gusto con il pizzaiolo. «Scommetti 50 euro che riesco a portarmela a letto?», avrebbe proposto il primo al secondo, facendo riferimento. Non aveva specificato che, pur di raggiungere il suo obiettivo, avrebbe utilizzato qualsiasi mezzo. E così il 23 maggio scorso è stato condannato a 5 anni e mezzo di reclusione per violenza sessuale.

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