Lillo: «Il figlio di Chiara Ferragni e Fedez mi ha schifato. Roberto Bolle? Non so se appartengo alla sua specie»

Dall'infanzia alla carriera: il comico si racconta

Lillo: «Il figlio di Chiara Ferragni e Fedez mi ha schifato. Roberto Bolle? Non so se appartengo alla sua specie»
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Sabato 23 Dicembre 2023, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 12:58

Lillo Petrolo da bambino sognava di essere un Supereroe. Magari Batman. «Però il costume costava troppo, non ce lo potevamo permettere - racconta al Corriere della Sera - così mamma pensò bene diriciclare quello da ciociara di mia cugina, mi mandò in giro anche con le guance colorate colrossetto». Ma i Supereroi esistono, non muoiono mai. «L’anno dopo, con un’amica sarta, si inventò un completo da supereroe a caso, con la calzamaglia e il mantello. Non ero Superman, non ero l’Uomo Ragno, ero un coso senza nome e mi vergognavo fortissimamente. Anche perché ero grassissimo, a scuola mi prendevano in giro chiamandomi “cicciabbomba”. Il fatto è che abitavo con mia nonna Mattia». Un errore all'anagrafe racconta ancora al Corsera.

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Lillo e il sogno di diventare supereroe

«Per lei un bambino in salute doveva pesare almeno 80 chili, faceva la pasta in casa, il battuto di lardo lo metteva pure nel minestrone.

Ogni giorno mi faceva mangiare primo, secondo, contorno, dolce e non dovevo lasciare niente nel piatto, per merenda mi comprava delle sleppe di pizza...».

Una schiappa a pallone e con le ragazze «un disastro. Ero timido e lo sono ancora, il lavoro è stato terapeutico. Pertrovare il coraggio di farmi avanti, lei come minimo doveva avermi scritto “ti amo alla follia”, e forse mi sarei dichiarato. Le mie fidanzate hanno tutte fatto loro il primo passo». Poi «più da grande, tra i 24 e i 28 anni, giocavo tanto a tennis, mi era venuto anche un bel fisichetto». Con sua moglie è andata decisamente meglio: «Era una fan di Latte & i Suoi Derivati, veniva ai concerti. Ci hanno presentato e ci siamo rimasti simpatici, mi ha lasciato il numero. Per due mesi ci siamo frequentati come amici, poi il resto è venuto naturale. Siamo sposati da 18 anni e conviviamo da almeno 23».

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Le sue passioni

Disegnava fumetti, la sua passione. Inventò Normalman, il supereroe che tanto super non è. «Un tipo che, mangiando una cosa, diventa cento volte più intelligente e forte ma, siccome è cento volte più scemo e incapace, alla fine risulta appunto normale. E usa i suoi superpoteri per aiutare il prossimo ad attraversare la strada o a parcheggiare l’auto». Ma per vivere «mi misi a vendere cinte di tela ai semafori, con un amico».

Poi nella sua vita arriva Greg: «Era il 1988. Lui lavorava per la casa editrice Acme, quella di Lupo Alberto e Cattivik, io ero un freelance. Andavamo a casa sua ad ascoltare dischi o a guardare un film. Cinque anni dopo abbiamo cominciato a lavorare insieme».

Il primo successo insieme? Quasi da non credere. «A mia insaputa ci ha iscritto a un concorso di musica demenziale. “Venerdì tocca a noi”. Mi è preso un colpo. Non me la sentivo proprio. Ho fatto finta di aver dimenticato a casa la chitarra, mi ci ha trascinato lo stesso. Un successo incredibile, ci hanno chiesto cinque bis».

L'incontro con Leone e Roberto Bolle

Lillo non ha mai smesso però di voler essere un Supereroe. Ed ecco allora con caschetto, mantello, sospensorio argentato, stivaloni con zeppa e una P sul petto ecco che si trasforma in Posaman. Il supereroe con un solo superpotere: le pose. «È nato per caso, quando facevo Lol - Chiride è fuori, dove tutto era improvvisato». Un Supereroe che non è piaciuto a Leone, il figlio di Fedez. «Io mi sono divertito, lui però era fan di Ironman, un po’ mi schifava». E pure Roberto Bolle... «Quando ci siamo messi davanti allo specchio, con il fisico a vista, non riuscivo a credere che appartenessimo alla stessa specie».

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