Giorgio Pasotti: «Io, padre equilibrista e la botta dei 50 anni». Al via la seconda stagione di "Lea" su Rai1

«E pensare che una vita fa sognavo sul serio di diventare un medico»

Giorgio Pasotti: «Io, padre equilibrista e la botta dei 50 anni». Al via la seconda stagione di "Lea" su Rai1
di Gloria Satta
4 Minuti di Lettura
Venerdì 10 Novembre 2023, 08:46

E  pensare che un paio di vite fa, cioè prima di diventare un professionista delle arti marziali (con formazione a Pechino) e poi un attore molto popolare in Italia, Giorgio Pasotti sognava di fare il medico: «Avrei voluto lavorare con gli atleti», confessa. Ma il camice bianco ha finito per indossarlo solo sulla scena: nel 2009 nella fiction di Canale 5 La scelta di Laura e adesso nuovamente in Lea - I nostri figli, seconda stagione della fortunata serie di Rai1, in onda dal 12 novembre con la regia di Fabrizio Costa


Pasotti, 50 anni e una figlia di 13 avuta dall’ex Nicoletta Romanoff, torna a interpretare Marco Colomba, il primario di un ospedale pediatrico già compagno dell’infermiera Anna Valle, diviso tra casi clinici da risolvere e una quotidianità extra-lavoro complicata da gestire. 


DOVEROSO
L’attore dice di aver ritrovato il suo personaggio con entusiasmo: «Dopo il successo della prima stagione, era quasi doveroso tornare in tv», spiega, «Colomba mi piace perché è bravissimo come medico ma un disastro nella vita sentimentale e personale.

Già nella prima stagione era un tipo tutt’altro che facile, ma adesso è ancora più incasinato. È un padre single diviso tra il lavoro e la voglia di stare con la figlia, si affanna, arriva in ritardo... Insomma tutt’altro che un eroe ma una persona comune in cui tutti possono identificarsi». 

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EQUILIBRISTA
E Pasotti che padre è per la sua Maria? «Sono un equilibrista anch’io, ma cerco di essere il più presente possibile», risponde l’attore, «mia figlia viene prima del lavoro e per stare con lei ho rinunciato a film, serie, spettacoli». Dopo Io, Arlecchino e Abbi fede, sta preparando la terza regia per il cinema. «Dirigerò una commedia amara, anzi cattiva sul mondo del lavoro e ne sarò anche protagonista. Ma dal prossimo film voglio stare solo dietro la cinepresa».

 
OSTILITÀ
Tre anni fa, quando diresse Abbi fede, Giorgio denunciò l’ostilità della critica nei confronti degli attori-registi. Esiste ancora? «Quando feci quel film venni accolto da uno scetticismo feroce. Ma oggi le cose stanno cambiando. Noi attori dietro la cinepresa siamo sempre più numerosi e, come dimostra il successo dell’opera prima di Paola Cortellesi C’è ancora domani, i numeri ci danno ragione. Sono felice: più siamo e più aumenta la competitività a vantaggio della qualità». 


PREGIUDIZI
Nella sua carriera ha dovuto affrontare altri pregiudizi, spiega: «Soprattutto all’inizio, perché ero un autodidatta. Non avevo frequentato scuole di recitazione ma mi sono messo a capo chino a studiare e a imparare tutto il possibile». E, a proposito di discriminazioni, Pasotti ci tiene a sfatare una leggenda che lo riguarderebbe: «Non ho mai detto e tantomeno pensato di essere stato penalizzato perché ero un bell’uomo, a dirla tutta non mi sono mai sentito particolarmente seducente. E proprio per questo ho puntato sullo studio e l’impegno anziché sull’aspetto fisico».
Tre anni fa ha accettato di diventare direttore artistico dello Stabile dell’Aquila.

«È stato un atto d’amore per il mio mestiere», spiega, «comporta molta fatica, non foss’altro perché continuo a fare avanti e indietro tra Roma e l’Abruzzo. Ma a confortarmi è lo straordinario aumento dei biglietti e la certezza di formare il pubblico di domani, cioè i giovani. Dopo il covid la gente ha ancora più voglia di tornare a teatro».


SUCCESSO
Tra i suoi film di maggiore successo c’è L’ultimo bacio che ha generato il sequel Baciami ancora. Se Gabriele Muccino volesse realizzare il terzo capitolo, ci starebbe? «Sì, se non altro per stare di nuovo insieme agli altri protagonisti e verificare come siamo diventati dopo tanti anni».

E Pasotti, che ne ha appena fatti 50, com’è diventato? Ha provato uno choc alla fatidica data? «Diciamo che compiere mezzo secolo non è una passeggiata, cambia tutto anche se all’apparenza non cambia nulla... Oggi faccio mie le parole di Jep Gambardella, il protagonista di La grande bellezza: «Arrivato alla mia età voglio smettere di perdere tempo con le cose e le persone inutili». Aggiungo che non mi va più nemmeno di discutere, non ne vale la pena». 
 

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