Franco Battiato morto: musicista, pittore, scrittore: dagli esordi alla parentesi politica, la carriera del cantautore-filosofo

Franco Battiato morto: musicista, pittore, scrittore: dagli esordi alla parentesi politica, la carriera del cantautore-filosofo
di Mattia Marzi
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Martedì 18 Maggio 2021, 09:27 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 10:09

Se ne è andato in silenzio, senza fare clamore: d'altronde non lo si vedeva sulle scene ormai da tempo, da quando nel 2017 vennero annullati gli ultimi concerti del tour di quell'anno per non meglio specificati motivi di salute. Franco Battiato è morto nella notte. Anzi, no. Franco Battiato sta per attraversare il bardo, così come nel buddhismo tibetano - che l'artista aveva frequentato e studiato negli anni, approfondendo la sua passione in libri e film - viene definito l'intervallo tra la morte e la rinascita. Aveva 76 anni. Non se ne va solamente un innovativo e originale cantautore e musicista, ma uno dei più grandi intellettuali italiani.

 

ARTISTA POLIEDRICO - Musicista, drammaturgo, regista, pittore, scrittore. Nelle sue canzoni c'era, c'è tutto: filosofia, spiritualità, religione, meditazione. Esordì - in pochi lo sanno - negli Anni '60 con una serie di canzonette su 45 giri: nel '67 una di queste, "La torre", la cantò pure in tv, ospite di "Diamoci del tu", il programma condotto sull'allora secondo canale della Rai da Caterina Caselli e Giorgio Gaber. A riguardarlo oggi sembra irriconoscibile, giacca, maglioncino e occhiali da sole ("per avere più carisma e sintomatico mistero", come avrebbe cantato qualche anno più tardi in "Bandiera bianca") eppure è lui. Fuggirà da quelle atmosfere per prendere tutt'altra direzione, all'inizio degli Anni '70: folgorato dal sintetizzatore VCS3 nel '72 con "Fetus" dà il via ad una serie di lavori di musica d'avanguardia, tra rock progressivo e elettronica, portata avanti con "Pollution", "Sulle corde di Aries", "Clic", "M.elle le 'Gladiator'", "Juke Box", "L'Egitto prima delle sabbie".

LA MUSICA SPERIMENTALE - Dunque il ritorno alla canzone, ma con l'esperienza della musica sperimentale: ne "L'era del cinghiale bianco" del '79, primo disco frutto del sodalizio con il violinista e arrangiatore Giusto Pio (è venuto a mancare nel 2017), che si rivelerà fortunatissimo, torna a cimentarsi con strofe e ritornelli, elaborando però uno stile di scrittura personalissimo, che mischia esoterismo, occultismo e quant'altro, in chiave pop, incidendo canzoni che si prestano ad essere interpretate in tanti modi diversi: "Una ragazza di quindici anni mi ha scritto dicendo che non le frega niente di quello che dico, che comunque le piace da pazzi.

Per me questo è il massimo, perché non voglio dire niente, oppure tutto". Uno stile che Battiato svilupperà nel successivo "Patriots" (1980), vedendo crescere i suoi consensi anche sul fronte nazionalpopolare, e che porterà a piena maturazione nell'ultimo disco di quella che è a tutti gli effetti una trilogia: "La voce del padrone". Passerà alla storia come il primo disco italiano a superare il traguardo del milione di copie vendute, grazie a hit come la stessa "Bandiera bianca", "Cuccurucucù", "Centro di gravità permanente".

LE INFLUENZE - Influenzerà più di una generazione di autori di canzoni: oggi Francesco Bianconi dei Baustelle, Cosmo, Colapesce e Dimartino sono solo alcuni dei tanti colleghi che riconoscono di avere un grande, grandissimo debito nei confronti di Battiato. Da quel momento in poi per il cantautore siciliano - odiava l'appellativo "Maestro", come invece molti si ostinavano a chiamarlo - la strada è in discesa. Farà di tutto, negli anni successivi. Non solo pop, ma anche musica colta, teatro, di nuovo sperimentazione, affiancando anche colleghe come Alice (c'era il suo zampino in "Per Elisa", la canzone che lanciò la cantante, prima al Festival di Sanremo nel 1981), Giuni Russo, Sibilla, Milva (firmerà per lei - tra le altre - anche "Alexander Platz"). Approfondirà lo studio della lingua araba, sempre amata, suonerà a Baghdad (facendosi crescere la barba), canterà in siciliano, omaggerà gli scienziati persiani (il titolo di "Come un cammello in una grondaia", l'album del '91, allude a una citazione di al-Biruni, vissuto nel XII secolo), farà visita a monasteri buddhisti e a quella passione dedicherà lavori come "Attraversando il bardo".

LE COLLABORAZIONI - Con il poeta e saggista Manlio Sgalambro - è scomparso nel 2014 - scriverà dischi tanto fondamentali per la sua carriera quanto quelli frutto del sodalizio con Giusto Pio. Tra questi anche "L'imboscata" del '97, contenente "La cura": canzone d'amore, dialogo con un'altra dimensione o con sé stessi? Poco importa, le chiavi di lettura - anche in questo caso - sono tante: diventerà una delle sue canzoni più amate. Le canterà alla politica, con "Povera patria": "Tra i governanti quanti perfetti e inutili buffoni. Questo paese devastato dal dolore. Ma non vi danno un po' di dispiacere quei corpi in terra senza più calore". Era il 1991. Un anno dopo sarebbe esplosa Tangentopoli. Colapesce e Dimartino l'hanno cantata quest'anno al Festival di Sanremo nella serata delle cover, emozionandosi.

LA POLITICA - Ma alla politica cederà anche, Battiato. Nel 2012 accetta di entrare a far parte della giunta regionale siciliana di centro-sinistra guidata da Rosario Crocetta, venendo nominato Assessore al turismo, allo sport e allo spettacolo. Un anno dopo al Parlamento europeo dirà: "Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino". Polemiche e indignazione (lo bacchetterà anche la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini): Crocetta gli revocherà l'incarico. Ne soffrirà moltissimo, Battiato. Dirà di no ai talent, che gli proporranno ruoli da giurato. Nel 2016 tornerà a cantare con Alice, condividendo con la cantante i palchi dei teatri per una serie di concerti: ne verrà tratto anche un disco dal vivo. Tra cofanetti, raccolte e live, la sua carriera discografica solista può dirsi conclusa con il box "Anthology - Le nostre anime" del 2015. Nel 2019 esce "Torneremo ancora", contenente l'omonimo inedito. Buon viaggio nella luce.

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