Fedez: «Io nullatenente? Tecnicamente è così, ho detto la verità e non ho nulla da nascondere»

In un esposto inviato alla Guardia di Finanza, il Codacons chiede che vengano svolti controlli fiscali sulle società del marito di Chiara Ferragni

Fedez: «Io nullatenente? Tecnicamente è così, ho detto la verità e non ho nulla da nascondere»
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Giovedì 15 Febbraio 2024, 13:51 - Ultimo aggiornamento: 13:58

Fedez ha deciso di fare chiarezza sulle sue frasi in un processo del 2020, durante il quale affermò di essere «nullatenente» e che hanno dato vita a un esposto del Codacons alla Guardia di Finanza. Il rapper, in particolare, si rivolge al quotidiano "La Repubblica" che per primo ha messo in evidenza quelle dichiarazioni: «Durante un processo mi è stata posta una domanda dal giudice circa quali beni mobili e immobili siano a me intestati. Ho risposto la verità che non ho intestato nulla a nome mio e dunque sono tecnicamente nullatenente perché è tutto intestato alle società della mia famiglia, come avviene per molti imprenditori e imprenditrici di questo paese. Se avessi detto il contrario, avrei mentito davanti a un giudice compiendo un reato».

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Fedez: «Non ho nulla da temere o nascondere»

In merito ad eventuali accertamenti sulle sue società, Fedez ha aggiunto: «Comunque, le mie società sono a disposizione per ogni eventuale controllo delle autorità competenti, non abbiamo nulla da temere o nascondere». Il rapper si è detto «dispiaciuto» di leggere certe cose, di ritenere che le informazioni circa le sue proprietà siano state diffuse in maniera «decontestualizzata» e di non comprenderne «il senso e lo scopo». 

L'esposto del Codacons alla Guardia di Finanza

In un esposto inviato alla Guardia di finanza di Milano (Roma ed Emilia Romagna), il Codacons chiede che vengano svolti controlli fiscali sulle società del marito di Chiara Ferragni.

In particolare, nel documento, si sottolinea la scelta di attivare «fusioni inverse e scissioni non proporzionali asimmetriche» che evidenzia «la padronanza con sistemi consulenziali raffinati e di elevato grado di complessità che vanno oltre una semplice esigenza economica o di sviluppo» e che restituiscono «un'operatività fiscale molto, molto complessa».

Inoltre, si evidenzia «la fitta trama di rapporti di affari»: da una prima fase in cui il gruppo Fedez era legato al cantante J-Ax, «alla nascita di collaborazioni con primari personaggi dell'impresa italiana quali il gruppo Miroglio, la famiglia del Vecchio, il gruppo di Stefano Achermann, o la famiglia Naggi (che fa riferimento a Gian Camillo Naggi). Si tratta di gruppi o di soggetti che da sempre sono stati identificati come interni a presunti gruppi di potere e di lobbies ovvero vicini o dentro a consessi in cui si intrecciano elementi di varia estrazione come la politica, la finanza e il mondo dell'imprenditoria».

Sotto questo punto di vista, scrive il Codacons, «la situazione merita un'analisi più ampia al fine di cogliere le ragioni strategiche sottostanti che, ancorché potenzialmente lecite, possono talvolta travalicare e deviare in una forma di 'potere occulto e trasversalè (in cui anche la stessa Fondazione Fedez potrebbe probabilmente avere un suo ruolo) la cui conoscenza non può rimanere estranea all'attività istituzionale» della Guardia di finanza.

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