Eleonora Giorgi: «Il cinema mi ignora, rivedo “Borotalco” e voglio la rivincita»

Stasera a Effetto Notte il film che la vide accanto a Verdone: "Noi over 60 siamo delle esodate, ribelliamoci"

Eleonora Giorgi: «Il cinema mi ignora, rivedo “Borotalco” e voglio la rivincita»
di Gloria Satta
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Sabato 30 Luglio 2022, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Febbraio, 23:21

«Il più bel ruolo della mia carriera e uno dei personaggi femminili più riusciti del cinema italiano». Così l'attrice Eleonora Giorgi, 68, descrive Nadia, la spumeggiante venditrice di enciclopedie di cui si innamora lo sbruffoncello Sergio-Carlo Verdone in Borotalco. La commedia cult dell'attore e regista romano, uscita 40 anni fa con grande successo, chiude stasera la rassegna Effetto Notte che si svolge nel complesso archeologico di Santa Croce in Gerusalemme nell'ambito della rassegna dal titolo Effetto Notte promossa dal Csc - Centro Sperimentale di Cinematografia. Ancora irresistibile il mix del film: i due protagonisti, il mitico Manuel Fantoni-Angelo Infanti, il cargo battente bandiera liberiana, le corse in moto, la colonna sonora di Lucio Dalla e degli Stadio. A presentare Borotalco sarà proprio Eleonora, che vinse il David di Donatello e avrebbe ritrovato Verdone nel 1988 sul set del film Compagni di scuola.
Come avvenne il vostro primo incontro?
«Io ero all'apice della carriera, Carlo aveva avuto uno straordinario successo con i suoi primi film Un sacco bello e Bianco Rosso e Verdone. Avevo un desiderio folle di lavorare con Verdone e lanciai un appello che lui raccolse. Dalle nostre conversazioni nacque il ruolo di Nadia in cui misi molto della mia personalità».
Che cosa, in particolare?
«Anch'io ero una bionda spumeggiante e un po' ingenua, proprio come Nadia. Che pronuncia la migliore battuta femminista del cinema italiano, e ben 40 anni fa: Anch'io ho diritto alla mia dimensione, mica posso fare la casalinga. Quel film dimostrò che un'attrice carina poteva far ridere e mi regalò una soddisfazione indimenticabile».
Quale?
«All'epoca ero fidanzata con Warren Beatty e una sera, a Los Angeles, andai al ristorante con lui, Jack Nicholson e Anjelica Huston. Dal tavolo vicino due ragazzi romani, ignorando del tutto quelle tre star, si fiondarono su di me per un autografo esclamando: Anvedi, c'è Nadia di Borotalco!. Ancora oggi mi scrivono sui social degli studenti, all'estero con il programma Erasmus, che organizzano serate italiane a base di pizza e Borotalco».

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Il nostro cinema non offre più ruoli indimenticabili alle attrici?
«Proprio così, e meno che mai alle over 60 come me. Le donne della mia generazione sono estromesse da qualunque rappresentazione, non hanno un posto nell'immaginaruo collettivo. Siamo delle esodate. Così, per vendicare me stessa e le mie coetanee, ho scritto la sceneggiatura di un film, Lockdown Love Session, che parla proprio di noi».
E cosa racconta?
«L'amore tra una sessantenne e un musicista di 25 anni. Lei è proprietaria del vivaio in cui lui si è chiuso durante il lockdown per scrivere il nuovo disco. E tra i due scoppia la passione. A chi mi chiedesse se questa storia è verosimile rispondo che non lo è nemmeno Pretty Woman in cui un ricco finanziere s'innamora di una prostituta. Ma al cinema abbiamo bisogno di sognare».
Ha già un produttore?
«Lo sto cercando. Credo molto nel progetto, credo fermamente che possa anche avere un mercato internazionale. Il film non è che il primo passo».
Cosa intende?
«Mi aspetto la solidarietà delle mie coetanee per combattere il maschilismo atavico di questo Paese.

Anch'io sono stata estromessa dal cinema, per fortuna adesso mi rifaccio insegnando recitazione».


Effetto Notte, Piazza di Santa Croce in Gerusalemme. Oggi, ore 21,30. Ingresso libero.
 

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