Arianna Briasco morta a 16 anni per overdose: due spacciatori condannati a 8 e 7 anni di carcere a Latina

La giovane stroncata da un’overdose di eroina nell’estate del 2015: Lorenzo Rossi condannato a 8 anni, Davide Calenzo a 7. Un terzo pusher è stato dichiarato irreperibile dai magistrati

Arianna Briasco
di Elena Ganelli
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Mercoledì 27 Settembre 2023, 00:13 - Ultimo aggiornamento: 09:54

Arianna aveva 16 anni, era bellissima e in testa aveva mille sogni. Poi un incontro sbagliato e la vita che si sgretola, la fatica di riemergere che non vince. Arianna aveva 16 anni ed è morta nella sua casa per un'overdose. Ieri si è concluso il processo con due pesanti condanne e un’assoluzione a carico di tre uomini accusati di avere ceduto l'eroina ad Arianna Briasco, morta a Latina il 24 luglio 2015. Un quarto pusher è stato dichiarato irreperibile. Ieri pomeriggio, al termine della camera di consiglio, il secondo collegio penale presieduto da Francesca Coculo ha condannato Lorenzo Rossi a 8 anni di carcere, Davide Calenzo, che oggi di anni ne ha 29, a 7 anni di reclusione, e assolto Alexander Zakharchenko. La tragedia si era consumata nell’abitazione del padre della ragazza alle porte di Latina, in campagna a borgo Isonzo: era stato proprio lui a trovarla senza vita nel bagno quel dannato e caldissimo 24 luglio. Non rispondeva, ha guardato in tutte le stanze poi ha trovato la porta del bagno chiusa, ha urlato, e urlato ancora, ma siccome lei non rispondeva ha sfondato il vetro della finestra ed è entrato trovandola riversa a terra. 

Piero Briasco chiamò immediatamente i soccorsi ma i sanitari del 118, purtroppo, non avevano potuto fare altro che constatare il decesso della ragazza, decesso dovuto a una overdose di eroina.

Una fine drammatica sulla quale la Procura della Repubblica di Latina ha aperto un’inchiesta, anche sulla scorta delle denunce presentate dai genitori della ragazza, per individuare i pusher che avrebbero ceduto le dosi di sostanza stupefacente rivelatesi fatali.

Le indagini condotte dalla Squadra mobile di Latina si erano mosse in più direzioni con l’acquisizione dei tabulati telefonici del cellulare di Arianna per verificare le chiamate in entrata e in uscita e ricostruire i contatti con chi le forniva la droga.


Alla fine gli investigatori erano riusciti a identificare quattro pusher, due italiani e due stranieri: Lorenzo Rossi, Davide Calenzo, Alexander Zakharchenko e Abdelkim Moukrani nei confronti dei quali, a luglio 2018, il giudice per l’udienza preliminare Giorgia Castriota aveva disposto il rinvio a giudizio con l’accusa di cessione di sostanze stupefacenti mentre un altro procedimento penale per morte come conseguenza di altro reato è stato nel frattempo archiviato.

Ieri mattina l’ultima udienza del processo nel quale i genitori di Arianna, Piero Briasco e Barbara Votta, si sono costituiti parte civile con gli avvocati Luca Giudetti e Francesco Pio Porta.

Nella sua requisitoria il pubblico ministero Daria Monsurrò ha chiesto per Rossi una condanna a otto anni, per Calenzo a sette anni, per Zakharchenko l’assoluzione non essendo stato identificato con certezza quale componente del gruppo dei pusher. Moukraini invece è uscito dal procedimento essendo tuttora irreperibile. A conclusione di una camera di consiglio durata quasi due ore il Tribunale ha accolto in toto la richiesta dell’accusa riconoscendo la colpevolezza degli imputati per la cessione dell’eroina con le aggravanti. 

Arianna e la sua storia non dobbiamo dimenticarle. A 16 anni è morta uccisa dalla propria sofferenza. Non abbiamo il potere di cambiare le cose, non quelle già accadute, ma abbiamo il dovere di fare un tentativo che guardi al futuro, a tutti quei giovani che devono affrontare il proprio dolore e scelgono una strada che li porta alla distruzione. Arianna quel giorno non era abbandonata a se stessa, era con suo padre, per tenerla lontana dal centro di Latina, dalle tentazioni di chi non le dava tregua, le offriva facili vie di fuga dalla vita con i suoi mali. 

Tre anni prima - raccontò la madre - l'incontro che cambiò tutto, Arianna era una bambina di 13 anni, in centro a Latina conobbe un ragazzo di qualche anno più grande e una vita lontanissima dalla sua, è stata la porta d'ingresso al mondo degli stupefacenti. E' iniziato il peregrinare nelle comunità, per stare lontano da Latina e da quell'infatuazione che la trascinava sempre più giù, che non riusciva a vincere: la fuga dalla Svizzera, dalla Toscana, un lungo elenco di medici, di visite, équipe universitarie, denunce alle forze dell'ordine. Poi la tragedia, e ieri la condanna dei due uomini. Resta la sconfitta, quella di non essere riusciti ad aiutare Arianna Briasco, 16 anni, uccisa dalla droga, che si è portata via tutto. Si è portata via la sua vita. 

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