Pecorelli, indagini sugli affari a picco

Pecorelli, indagini sugli affari a picco
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Lunedì 27 Settembre 2021, 05:02
LA STORIA
SAN GIUSTINO L'albergo di famiglia a Lama di San Giustino, i centri estetici in franchising a Sansepolcro, San Giustino, Città di Castello, Corciano. Frutti di un business a cento all'ora da cui Davide Pecorelli è stato poi travolto. Forse per un eccesso di crescita, forse per l'effetto devastante della pandemia sulle attività zoppicanti. A Sansepolcro la cancelleria fallimentare del tribunale civile di Arezzo (giudice delegato Andrea Torturro, curatore Beatrice Vanni) ha messo i sigilli, mentre il procuratore capo Roberto Rossi e il pm Julia Maggiore, magistrati della stessa città, starebbero scavando nella gestione. Ipotesi investigativa, bancarotta. Sarebbe in difficoltà anche il negozio di Corciano, tenuto aperto da un'unica addetta dopo il licenziamento delle altre dipendenti. Questa situazione, complessa e complicata, ha spinto l'imprenditore altotiberino a volare oltre Adriatico alla ricerca della svolta risolutiva. Dicono volesse piazzare un costoso macchinario laser. In tale contesto si inserisce anche l'assicurazione sulla vita per incassare la quale, nella ricostruzione di alcun, l'ex arbitro 45enne avrebbe escogitato la sua morte.
La Skoda Fabia incendiata, le ossa nell'abitacolo dove la presenza del cellulare e di alcuni effetti personali, stranamente intatti, ora sembrano messi lì per spingere l'inchiesta in una certa direzione. Della polizza ha ammesso l'esistenza l'interessato, precisando, però di averla da trent'anni. Ma secondo La vita in diretta la stipula risalirebbe a settembre, il mese nel quale l'imprenditore ha iniziato a frequentare l'Albania con maggiore frequenza. Una copertura da 300mila euro, sostengono altre fonti, di cui era beneficiaria la compagna Janita che gli ha dato il quarto figlio.
Come Pecorelli pensava di avere quei soldi senza un certificato di morte, senza che la società contraente fosse messa in condizione di approfondire ogni virgola è un altro dei tanti misteri di questo giallo. Intanto, Janita, che fin dalla prima ora si è affidata all'avvocato Giancarlo Viti, sembra prendere le distanze. «Non lo vedo e non lo sento da giorni, c'è una famiglia che sta soffrendo ed un bambino di un anno e mezzo, non è giusto che sia messo in mezzo a tutta questa follia», ha dichiarato a La vita in diretta. «Non ce l'ho con Davide, gli vogliamo bene. Se sapevo che era vivo? Chiedete a lui, risponderà se vuole e si prenderà le sue responsabilità, ha 45 anni».
Walter Rondoni
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