Rifiuti da Gaeta alla Bulgaria Trano: «Vi stupite ancora?»

Rifiuti da Gaeta alla Bulgaria Trano: «Vi stupite ancora?»
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 05:04
L'INDAGINE
«Pensare che un'indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli sui traffici illegali di rifiuti, trattati, imbarcati e spediti dai clan dei Casalesi, dal porto di Gaeta in tutto il mondo, e in particolare secondo l'ultima indagine in ordine di tempo alla volta della Bulgaria, possa considerarsi una notizia, una stravolgente notizia di cui meravigliarsi, è inaccettabile». Sbotta il parlamentare del Golfo, Raffaele Trano dopo la notizia dell'ultima indagine della Dda napoletana. «Sono anni, decenni, che giornalisti, comitati, associazioni, persino gli stessi pentiti interni al medesimo clan, raccontano del porto di Gaeta come di un luogo oscuro, dedito ad affari loschi e spesso nelle mani della camorra, che se ne è servita per trafficare in rifiuti e armi. Lo affermava quasi 30 anni fa ad esempio Ilaria Alpi, la brava giornalista Rai brutalmente assassinata insieme al suo cineoperatore Miran Hrovatin, che a Gaeta ci arrivò indagando proprio sui traffici di armi e rifiuti, che dall'Italia partivano alla volta della Somalia, per alimentare la guerra civile in corso e che secondo la Alpi facevano parte di accordi trasnazionali all'interno di progetti di cooperazione - racconta Trano - Non fu solo brutalmente ammazzata con una tipica esecuzione camorristica, ma le indagini sulla sua morte furono persino più abominevoli, con arresti fasulli, carcerazioni di facciata e depistaggi di Stato e altre porcate del genere, senza che mai, ancora oggi, arrivassimo alla verità circa le motivazioni e i mandanti di quell'omicidio».
Trano ricorda anche le dichiarazioni di Carmine Schiavone, relative al porto di Gaeta. «Ma oggi l'aspetto semmai più interessante è sapere che, secondo l'indagine, grazie a persone ben altolocate negli ambienti del clan, si sarebbe potuto relazionare con esponenti pubblici dalle varie zone interessate dalla gestione dei rifiuti che avrebbe potuto corrompere. Eccola qua la politica. Aspettiamo allora, con grande fiducia negli organi inquirenti e nella magistratura, di sapere finalmente chi sono e chi sono stati gli appoggi istituzionali eventualmente coinvolti nel territorio della Provincia di Latina, della Regione Lazio, del supontino. Ho quindi presentato, insieme ai colleghi di Alternativa, una mozione affinché venissero colmate annose lacune, ma per l'ennesima volta il Parlamento l'ha respinta. Avevo chiesto tra l'altro interventi per evitare che il porto di Gaeta rischi di diventare uno degli snodi dei traffici criminali, un distaccamento a Latina della Direzione distrettuale antimafia, una sezione distaccata della squadra mobile nel sud pontino e di riaprire la sezione distaccata del Tribunale di Latina a Gaeta».
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