Parmitano, diario di bordo tra le stelle

Parmitano, diario di bordo tra le stelle
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Lunedì 1 Dicembre 2014, 06:07
IL LIBRO
Già navigatore (ovvero pilota militare e astronauta) e certo santificato dal ruolo di ambasciatore dell'Italia durante il semestre di presidenza dell'Unione europea, adesso Luca Parmitano entra ufficialmente anche nel ruolo di poeta.
Più poeta che scrittore, viene da pensare leggendo il suo primo libro: “Volare, 166 giorni con @astro_luca” Rai-Eri, 16,90 euro, prefazione di Fabio Fazio, presentato questa mattina nel Palazzo dell'Aeronautica a Roma. Poesia e fiducia nel futuro, in queste pagine scritte nello spazio, certo più di quella trasmessa da Jury Gagarin, che titolò l'autobiografia: “Non c'è nessun Dio quassù”, o da Neil Armstrong , che attese 36 anni prima di licenziare “Polvere di luna”.
Il maggiore pilota siciliano raccoglie adesso nel diario di bordo molto di quanto già trasmesso dallo spazio durante la missione Volare, in cui divenne non solo il primo italiano a passeggiare in orbita (nonché a rischiare pure di morirci, in orbita), ma anche il più trascinante degli astronauti, non solo italiani, che l'avevano preceduto.
Un divulgatore capace di parlare agli alunni delle elementari e ai capi di stato, dote non scontata nel Dna dei viaggiatori tra le stelle. E allora si torna leggeri ricordando le sue visionarie descrizioni, come quella delle “nubi nottilucenti che balenavano nella mesosfera” accompagnate da foto che tolgono il fiato. Era la fantascienza che diventava attualità, era trovarsi, grazie alla sua voglia di condivere le emozioni bambine vissute nella cupola dell'Iss, dentro 2001 Odissea nello spazio o Blade Runner. Parmitano, umano e non replicante, vedeva cose che noi umani terrestri non potevamo nemmeno immaginare. Invece, grazie a lui, da allora abbiamo più chance di immaginare l'inimmaginabile, Infinito compreso. E, soprattutto, di capire perché il progresso avanza più in fretta, e senza sbagliare direzione, grazie al lavoro degli astronauti.
«La strada che mi ha portato oggi a scrivere queste parole è fatta di moltissimi passi», spiega Parmitano, astronauta dell'Esa e dell'Agenzia spaziale italiana. I proventi saranno devoluti a Intercultura per permettere a studenti di frequentare un anno scolastico in un altro paese: un'esperienza vissuta sia da Parmitano sia da Samantha Cristoforetti che in questi giorni ha preso il suo posto nella stazione spaziale.
Paolo Ricci Bitti
@paoloriccibitti
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