Mar Rosso, rischio escalation e azioni di contenimento: la strategia di Stati Uniti e Regno Unito per fermare gli Houthi

Le dichiarazioni battagliere non sono incoraggianti. «Lo Yemen si trasformerà in un cimitero per gli Stati Uniti, che lasceranno la regione disperati e umiliati», promette Ali Al-Qahoum

Mar Rosso, rischio escalation e azioni di contenimento: la strategia di Stati Uniti e Regno Unito per fermare gli Houthi
5 Minuti di Lettura
Martedì 23 Gennaio 2024, 17:12

La tensione è ai massimi, il rischio di un’escalation è concreto. Da un mese i ribelli Houthi sostenuti dall’Iran in Yemn sferrano attacchi in serie contro cargo commerciali e navi da guerra occidentali che incrociano nel Mar Rosso, a ridosso dello stretto strategico di Bab el-Mandeb. Sotto il fuoco dei ribelli sono finite almeno tre unità di superficie militari: due cacciatorepediniere classe Arleigh Burke dell’Us Navy statunitense, la Uss Carney e la Uss Manson, e una fregata della Marine Nationale francese, la Languedoc.

Priorità dell’Occidente è controllare la situazione.

Difendersi sì, attaccare o persuadere a non portare altri attacchi, no. E questo, come sottolinea in un approfondimento Insideover, nonostante alcuni mercantili battenti bandiere di diversi Paesi siano finiti in fiamme con tutto il loro carico. Obiettivo della Casa Bianca è scongiurare a ogni costo l’allargamento del conflitto nella regione nella speranza - mal posta secondo diversi analisti - che gli Houthi allentino la presa o rimangano a corto di armi.

La nave anti-droni Bergamini nel Mar Rosso, ecco la mossa italiana nell'Operazione Aspis (con tre fregate in campo)

Raid congiunti

Le dichiarazioni battagliere non sono incoraggianti. «Lo Yemen si trasformerà in un cimitero per gli Stati Uniti, che lasceranno la regione disperati e umiliati», promette Ali Al-Qahoum, esponente di spicco dell’ufficio politico dei miliziani Houthi. Il Regno Unito, che conduce le azioni contro i ribelli congiuntamente agli Stati Uniti, ne condivide la linea. «Non esiteremo» a rispondere nuovamente con un’azione militare se continueranno gli attacchi, afferma il premier britannico Rishi Sunak riferendo alla Camera dei Comuni dopo i raid congiunti compiuti nella notte dalle forze di Londra e Washington nello Yemen. Compiuti, aggiunge il ministro degli Esteri britannico David Cameron, per «indebolire» le capacita dei ribelli di compiere attacchi «inaccettabili» alle navi nel Mar Rosso. Insomma, un’operazione di contenimento volta a proteggere la navigazione nella regione. Gli Houthi accusano Stati Uniti e Regno Unito di aver lanciato nelle ultime ore «18 attacchi aerei» contro il territorio yemenita, 12 dei quali hanno colpito Sanàa e l’area intorno alla capitale finita nel 2014 sotto il controllo del movimento.

Stamani su X il portavoce, Yahya Sarèe, riferisce inoltre di tre raid contro la provincia di Hodeidah (sul Mar Rosso), due contro quella di Taiz (nel centro dello Yemen) e uno contro la provincia di Bayda (nell’est). «Questi attacchi non passeranno senza risposta, né impuniti», ha minacciato Mohammed Albukhaiti, membro del consiglio di governo degli Houthi. Insistendo sul fatto che il gruppo ribelle continuerà a sfidare l’Occidente, anche se non è chiaro quanti danni alla sua capacità militare siano stati inflitti dall’ultima ondata di attacchi. «L’aggressione americano-britannica non farà altro che aumentare la determinazione del popolo yemenita ad adempiere alle proprie responsabilità morali e umanitarie nei confronti degli oppressi a Gaza», ha postato su X. «La guerra oggi è tra lo Yemen, che sta lottando per fermare i crimini di genocidio, e la coalizione americano-britannica che sostiene e protegge i suoi autori - ha precisato - Pertanto, ogni parte o individuo in questo mondo si trova di fronte a due scelte: preservare la propria umanità e schierarsi con lo Yemen, oppure perderla e schierarsi con l’alleanza americano-britannica».

 

Il messaggio

Un avvertimento è arrivato anche da Hosein Amirabdollahian, ministro degli Esteri iraniano. I bombardamenti anglo-americani contro gli Houthi, che da anni l’Iran è accusato di sostenere, sono un «errore strategico», ha detto. «Abbiamo inviato un messaggio serio e un avvertimento agli americani - ha dichiarato all’agenzia ufficiale iraniana Irna - Le azioni intraprese da Usa e Regno Unito, con attacchi contro aree dello Yemen, rappresentano una minaccia per la pace e la sicurezza nella regione». Il ministro ha affrontato la questione con il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, a margine del World Economic Forum di Davos.

Intanto continua la mediazione del Qatar per mettere fine al conflitto nella Striscia di Gaza, ma come ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri di Doha, Majid al-Ansari, l’escalation israeliana nell’enclave palestinese, così come la difficoltà a consegnare aiuti e l’interruzione delle comunicazioni stanno complicando lo sforzo in atto. Il Qatar, ha poi aggiunto, sostiene «tutti gli sforzi regionale in atto per diminuire la tensione nel Mar Rosso». Per al-Ansari «deve esserci un processo di pace serio e credibile che abbia al centro la questione palestinese», «la continuazione della guerra a Gaza costerà solo altre vite». Finora «gli aiuti sono arrivati in modo molto limitato» nell’enclave palestinese, dove c’è «solo un ospedale operativo», ha spiegato. In collaborazione con la Francia, il Qatar ha portato a Gaza circa 11 tonnellate di aiuti medici, compresi medicinali per gli ostaggi israeliani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA