Omicidio al Montello, la versione di Singh Jiwan: «Non ho ucciso io Jasser»

Omicidio al Montello, la versione di Singh Jiwan: «Non ho ucciso io Jasser»
di Elena Ganelli
3 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Novembre 2021, 05:03 - Ultimo aggiornamento: 10:44

Si è difeso e ha raccontato di non essere stato lui a colpire a morte Singh Jasser sabato notte nel corso dello scontro tra due gruppi di indiani a Borgo Montello, ma il giudice ha convalidato l'arresto di Singh Jiwan confermando la custodia cautelare in carcere. Il 38enne è stato arrestato con le accuse di omicidio volontario, violazione di domicilio e lesioni personali aggravate nei confronti di altri cinque connazionali. E' stato interrogato ieri mattina dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario e nel lungo colloquio ha risposto alle domande del magistrato al quale ha fornito una ricostruzione dei suoi movimenti di quella notte.

Jiwan, assistito dall'avvocato Amleto Coronella, ha raccontato di essere arrivato con alcuni connazionali in via Monfalcone dove era in corso una festa per la nascita del figlio della vittima ma di essersi allontanato mentre scoppiava la discussione tra i due gruppi, già divisi da vecchi inimicizie. Una volta tornato sul posto avrebbe sentito degli spari e poi sarebbe stato colpito violentemente con un bastone di ferro sul braccio, colpo che gli ha procurato una frattura. In effetti l'uomo è stato poi rintracciato dalla polizia presso l'ospedale di Velletri dove era stato portato da uno dei mezzi di soccorso per essere visitato e medicato. Jiwan ha anche fornito al magistrato i nomi di alcuni degli uomini quattro o cinque che erano con lui, ha spiegato che c'erano vecchi attriti tra i gruppi e ha ripetuto di non avere impugnato alcun bastone e di non essere responsabile della morte di Jaseer.

Quello finito tragicamente sabato notte non era il primo scontro tra le due aggregazioni di indiani tanto che lo stesso 38enne oggi in carcere tempo fa è rimasto ferito in seguito all'aggressione da parte di alcuni di coloro che stavano festeggiando a via Monfalcone.
Sulle ragioni di tali spedizioni punitive da una parte e dall'altra ancora non si è riusciti a fare luce ma è certo che l'indagine sull'omicidio è tutt'altro che chiusa.

In attesa degli esiti degli esami Stub per verificare chi impugnasse le pistole dalle quali sono stati esplosi alcuni colpi gli investigatori della Squadra mobile stanno effettuando ulteriori verifiche soprattutto sugli altri indiani che sono stati iscritti nel registro degli indagati a piede libero.

La sensazione è che potrebbero esserci nuovi provvedimenti cautelari alla luce delle testimonianze raccolte finora. A conclusione dell'interrogatorio il legale ha chiesto che il fermo non venisse convalidato ma dopo la camera di consiglio il giudice Cario ha respinto la richiesta e confermato la custodia in carcere per il 38enne. La difesa ha già preannunciato un ricorso al Tribunale del Riesame contro il provvedimento.
Elena Ganelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA