Inchiesta Karibu, doppio round in tribunale per Lady Soumahoro

Inchiesta Karibu, doppio round in tribunale per Lady Soumahoro
di Marco Cusumano
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Venerdì 3 Novembre 2023, 11:25

Oggi è un giorno fondamentale per conoscere gli sviluppi del caso Karibu. In tribunale si gioca una doppia partita, ma i protagonisti sono sempre gli stessi: Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete e Michel Rukundo, rispettivamente suocera, moglie e cognato del deputato Soumahoro.

Le prime due sono agli arresti domiciliari, mentre il terzo deve rispettare l'obbligo di dimora. Non oggi però, visto che alle 14.30 è fissato l'interrogatorio di garanzia davanti al giudice Giuseppe Molfese, lo stesso che pochi mesi fa dispose un maxisequestro nell'ambito dell'indagine per evasione fiscale. Lunedì sono invece scattati gli arresti e oggi gli indagati avranno la possibilità di difendersi rispondendo alle domande del giudice e dei pm. Tuttavia potranno avvalersi della facoltà di non rispondere, oppure decidere di rilasciare dichiarazioni spontanee sottraendosi però alle domande dei magistrati. Tre opzioni per una sola scelta che sarà comunicata davanti al giudice, al momento dell'apertura dell'udienza.
L'altra partita si giocherà in mattinata davanti a un altro giudice, Giuseppe Bortone. Sarà lui a svolgere l'udienza preliminare per l'inchiesta principale relativa al caso Karibu, quella per i reati fiscali che ha già portato a un maxisequestro. In questo caso il gup dovrà decidere se rinviare a giudizio Marie Therese Mukamitsindo, Liliane Murekatete, Michel Rukundo, Richard Mutangana e le ex collaboratrici delle coop Ghislaine Ada Ndongo e Christine Ndyanabo Koburangiyra. Le accuse riguardano reati in materia fiscale, mancati versamenti e false fatture. L'indagine, anche in questo caso affidata al sostituto procuratore Andrea D'Angeli, ipotizza un vasto giro di fatture false che avrebbero provocato un'enorme evasione fiscale. Lo scorso anno il giudice dispose le misure cautelari interdittive e il sequestro preventivo di 639.455 euro nei confronti dei vertici delle cooperative. Secondo la Procura il fulcro del sistema di evasione ruotava intorno all'associazione "Jambo Africa" che aveva la stessa sede della coop della suocera di Soumahoro. Si trattava però di un'associazione "schermo", costituita solo «per prestare manodopera alla Karibu, secondo collaudati schemi illegali di esternalizzazione, per evitare o ridurre i costi». In pratica, secondo l'accusa, la finta associazione veniva «utilizzata in un meccanismo fraudolento di fatture per operazioni inesistenti, per giustificare a posteriori le uscite di denaro che la Karibu aveva l'obbligo di rendicontare nell'ambito dei progetti Sprar e Cas».

LA NUOVA INDAGINE

Mentre gli aspetti fiscali sono contestati nella prima indagine, la seconda (che ha portato agli arresti eseguiti lunedì mattina) riguarda principalmente lo sperpero di denaro pubblico per spese private, ma anche l'autoriciclaggio e gli investimenti esteri effettuati con i soldi destinati all'accoglienza dei migranti. Due binari paralleli che oggi, per qualche ora, si incroceranno nei corridoi del tribunale di Latina.
Marco Cusumano
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