La direttrice Asl: «Riconvertiti sesto piano e tensostruttura: al Goretti occupati 154 posti su 177»

La direttrice Asl: «Riconvertiti sesto piano e tensostruttura: al Goretti occupati 154 posti su 177»
di Laura Pesino
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Sabato 3 Aprile 2021, 05:04 - Ultimo aggiornamento: 09:00

 Si è insediata a Latina da appena due settimane la nuova direttrice della Asl Silvia Cavalli e i suoi primi giorni di lavoro in provincia sono stati dedicati alla conoscenza delle strutture sanitarie del territorio, delle criticità e dei punti di forza, concentrando l'attenzione su due priorità legate all'emergenza epidemiologica: la campagna vaccinale e la riconversione dell'ospedale Goretti per fare spazio a nuovi posti letto covid. Ma non ha dubbi la nuova manager su quali siano gli elementi di valore. «Il fattore umano senza dubbio spiega Ho trovato professionisti seri, motivati e ovviamente competenti. Ho trovato livelli alti e questo me lo aspettavo perché la Asl di Latina è una struttura importante. Ma avere ancora così tanta motivazione dopo un anno di pressione così forte è un valore aggiunto».
La nuova direttrice ha visitato due volte il Goretti, ha incontrato i dirigenti dell'azienda sanitaria e i direttori dei distretti della provincia e avviato primi colloqui con i primari, cominciando ad approntare un lavoro che punta ad affrontare l'urgenza della seconda ondata ma anche a sviluppare tutte le progettualità già partite. Il primo passo compiuto è stato però quello di riorganizzare il Goretti.
Si attende un picco di ricoveri nelle prossime settimane, cosa è cambiato nell'accoglienza dei pazienti contagiati e con sintomi gravi?
«E' stata completata la riconversione del sesto piano dell'ospedale e liberato dunque un intero reparto per spazio a nuovi posti letto. E' stato inoltre trasferito il centro vaccinale della tensostruttura, che diventerà ora, a tutti gli effetti, un altro spazio di ricovero importante con 24 posti letto aggiuntivi. La risposta è stata molto rapida, speriamo di non aver bisogno di questi spazi ma siamo pronti a questa esigenza. E' stato rimodulato il personale sia dirigente che non e una certa quota di nuovi ingressi sarà proprio destinata alla gestione dell'emergenza e alle aree critiche. Attualmente il Goretti ospita 154 pazienti covid sui 177 previsti dallo scenario di rischio quattro. Ma dobbiamo sempre pensare che l'ospedale appartiene alla rete del Lazio e la rete fa sistema, quindi gestiamo i pazienti anche operando dei trasferimenti. Al Goretti restano i reparti delle malattie tempo dipendenti e della rete del trauma e ci stanno dando una grossa mano anche le strutture accreditate, come Aprilia, l'Icot e la clinica San Marco».
Come sta operando la medicina del territorio e che risposte sta dando rispetto all'emergenza?
«C'è un'interlocuzione forte con la medicina generale sia per i tamponi sia per la vaccinazione. Rinforzeremo i rapporti anche nelle prossime settimane, con nuove messe a fuoco rispetto alle esigenze e alle criticità, perché il quadro è in continua evoluzione. Certamente la medicina generale avrà un ruolo fondamentale nella vaccinazione».
Parliamo dunque proprio di vaccini. Come procede la campagna? Si prevede l'apertura di nuovi centri in provincia?
«Sono arrivate nuove fiale Pfizer per vaccinare gli over 80 a domicilio e per le categorie fragili e inoltre l'arrivo di nuove fiale di Astrazeneca ha scongiurato l'ipotesi di un rallentamento. L'obiettivo nazionale è di vaccinare l'80% della popolazione al 30 settembre e su questo obiettivo stiamo lavorando anche noi. Per i prossimi mesi verranno in soccorso anche le farmacie, circa 70 quelle che hanno già aderito in provincia. E' un buon numero. Ci sposteremo verso hub di medie e grandi dimensioni e contiamo di aprirne almeno un altro a Latina, ma dobbiamo capire quante dosi arriveranno per operare un dimensionamento».
La Asl ha puntato molto sulla telemedicina sia per il covid sia per la gestione dei pazienti cronici, quale impulso verrà dato a questo progetto?
«Il covid ha dato alla telemedicina una spinta fortissima. La Asl stava sviluppando questi percorsi per la presa in carico nelle case della salute e per il tele monitoraggio grazie alla tecnologia che oggi lo consente. Tutti questi progetti saranno confermati e implementati anche dopo il covid anche grazie ai fondi del Recovery Fund. Su questo ovviamente non si tornerà indietro».
Laura Pesino
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