I curdi arretrano, l'Isis sfonda a Kobane Allarme Onu: «In trappola 700 civili»

I curdi arretrano, l'Isis sfonda a Kobane Allarme Onu: «In trappola 700 civili»
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Sabato 11 Ottobre 2014, 06:30
LA GUERRA
MURSITPINAR Nonostante i bombardamenti americani l'Isis non si ferma e continua ad avanzare all'interno della città curda di Kobane. Secondo quanto riporta il primo ministro del Cantone autoamministrato dal 2012, Anwar Moslem, i volontari dell'Ypg curdo «combatteranno fino alla morte per difendere la città. Ma se non riceveremo aiuti, Kobane rischia di cadere nelle mani dello Stato Islamico». La tecnica dei jihadisti per penetrare nelle difese curde è stata, ancora una volta, un kamikaze che ha guidato un camion bomba contro il perimetro di sicurezza del quartier generale curdo a est, conquistando quindi la sede del comando delle milizie di autodifesa curde (Ypg) e il consiglio comunale. L'attentatore suicida sarebbe un jihadista tunisino.
L'AVANZATA

Con i recenti successi gli uomini dello Stato Islamico avrebbero in mano almeno il quaranta per cento della cittadina. Che qualcosa a livello campale stesse cambiando nella giornata di ieri, oltre alle numerose ambulanze che sfrecciavano dal valico di confine verso l'ospedale di Suruc, a dieci chilometri di distanza, lo si è intuito anche dal fatto che le truppe turche hanno incominciato a scavare postazioni fisse armate di mitragliatrici pesanti poco prima di entrare a Mursitpinar, lungo la linea di confine con Kobane. Postazioni più utili a prevenire una manifestazione di massa di curdi che potrebbero tentare di entrare nella città assediata tentando di forza i checkpoint turchi piuttosto che la minaccia di penetrazione nel territorio turco di elementi dell'Isis, con una situazione incandescente un po' in tutte o quasi le province a maggioranza curda della Turchia. I morti durante le proteste sarebbero una trentina.
Intanto l'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, si è unito alle voci che chiedono alla Turchia di lasciare almeno passare volontari curdi e armi al fine di «evitare un massacro» sul tipo di quello avvenuto nel 1995 a Srebrenica. De Mistura ha sottolineato che circa 500-700 persone anziane e altri civili sono intrappolati a Kobane. Se non si agirà, «noi tutti, e la Turchia, rimpiangeremo di aver perso l'occasione di fermare l'Isis», ha avvertito l'inviato dell'Onu. Anche il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, ha chiesto ad Ankara una maggiore partecipazione nella battaglia contro l'Isis, sottolineando che la Turchia potrebbe consentire agli aerei statunitensi di utilizzare le sue basi, oltre che addestrare ed equipaggiare i ribelli siriani non fondamentalisti. Ma la Turchia sembra non sentire assolutamente le richieste fatte dalla Comunità Internazionale.
LE FORZE CURDE

Le forze curde dell'Ypg, senza rifornimenti, potrebbero presto capitolare, così come i circa trecento uomini del Free Syrian Army che stanno combattendo l'Isis insieme a loro. Sempre il primo ministro Moslem ha richiesto la possibilità di effettuare aviolanci di munizioni alle proprie forze, che riescono ancora a portare attacchi nelle retrovie nemiche: un gruppo di forze della sicurezza curde è riuscito infatti ad infiltrarsi sullo strategico altipiano di Mashta Nur, controllato dai jihadisti, uccidendone quattro. In totale sarebbero 1250 i morti dall'inizio degli attacchi il 16 settembre scorso, la maggior parte dei quali miliziani dell'Isis. Una carneficina che potrebbe essere di gran lunga maggiore se l'Isis prenderà il controllo della fascia di sicurezza curda suL confine, isolando i combattenti e gli ultimi civili curdi rimasti.all'interno della città. Di un solo chilometro e mezzo infatti è infatti la fascia di sicurezza curda rimasta per avere una via d'uscita verso il confine turco.
Cristiano Tinazzi
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