LATINA L'hanno avvicinato, insultato, ma a quello Thomas era abituato, se mai ci si possa abituare alle ingiurie. Eppure, mai prima d'ora aveva subito un'aggressione fisica. A raccontare la sua storia è lo stesso protagonista, 17 anni di Cisterna, città rurale in provincia di Latina: per la legge è ancora una ragazza, ma lui si sente a tutti gli effetti Thomas e ha intrapreso un difficile percorso di transizione.
LA BRUTALITÀ
«Magari riaprissero i forni crematori», gli hanno detto due minorenni a bordo di una minicar, avvicinandolo su via Einaudi, in pieno centro, prima di apostrofarlo come una «lesbica di m...» e di lanciargli contro un sasso che gli ha provocato una vistosa ferita sulla guancia sinistra. Ironia della sorte, Thomas stava passeggiando proprio davanti a una panchina arcobaleno contro l'omofobia, bifobia e transfobia, inaugurata lo scorso maggio dal Comune. Quei ragazzini li conosceva di vista e non era la prima volta che lo prendevano di mira. Le altre volte Thomas aveva lasciato correre: erano solo insulti. Stavolta no. Quel sasso gli ha fatto male, fisicamente e nell'animo, nell'orgoglio. Non solo ha presentato formale denuncia ai carabinieri, ma ha anche raccontato la sua storia attraverso Instagram, chiedendo massima condivisione.
«È la terza aggressione omofoba che ricevo - racconta Thomas - Non augurerei mai ai vostri figli, sorelle, fratelli, e fidanzati di provare ciò che in questi anni questa città ha fatto provare a me. A 13 anni avevo il terrore di passare per le strade e di camminare, per il rischio che subivo, a partire da insulti, minacce e addirittura botte, ma a 18 anni no, non lo concepisco, non lo comprendo». «Purtroppo è successo quello che temevamo sarebbe successo.
Thomas a dicembre diventerà maggiorenne e nel frattempo ha iniziato le sedute psicologiche che dovrebbero aiutarlo a capire quale sarà la strada da percorrere. Strada che per lui sembra essere comunque chiara. «Vediamo questo percorso dove lo porterà, di certo Thomas sa che potrà contare sempre sull'appoggio e il sostegno della sua famiglia», prosegue la mamma. «Quando ha iniziato a vedere il suo cambiamento, intorno alla prima media, non è stato facile dirlo a noi, ma neanche ai suoi coetanei. Molti l'hanno derisa ed esclusa, ma tanti altri amici e amiche le sono rimaste vicino e si frequentano ancora oggi».
Questa aggressione probabilmente ha scosso le coscienze di una comunità, quella di Cisterna, che ora sta reagendo con una pioggia di solidarietà, a partire dall'amministrazione comunale in carica da un anno. «La giovane età delle persone coinvolte deve interrogare la nostra comunità sul lavoro educativo e culturale da svolgere insieme alla scuola e alle famiglie perché simili fatti non si verifichino mai più», spiega il sindaco Valentino Mantini.
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