Alberto Sordi, gli eredi perdono la causa: la villa sarà un museo

Alberto Sordi, gli eredi perdono la causa: la villa sarà un museo
di Gloria Satta
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Sabato 29 Febbraio 2020, 06:12 - Ultimo aggiornamento: 08:27

Non ci sono più ostacoli: dopo l'estate, una volta terminata la mostra del centenario in programma dal 7 marzo al 29 giugno, nella villa di Alberto Sordi affacciata sulle Terme di Caracalla prenderà il via la realizzazione pratica del museo dedicato al grande attore scomparso nel 2003.

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I 37 aspiranti eredi che avevano impugnato il testamento di Aurelia, la sorella di Alberto, hanno perso la causa. Dopo il tentativo, fallito nel 2018, di sequestrare l'ingente patrimonio di Sordi, tutte le loro istanze sono state rigettate e il Tribunale di Roma ha riconosciuto la piena legittimità dell'atto che destinava il tesoro dell'attore alla Fondazione Museo Alberto Sordi proprio in vista della realizzazione di un centro espositivo permanente.
 

 


IL TESTAMENTO - E' dunque il pubblico l'unico erede dell'amatissimo Albertone. Lo ha confermato la sentenza, molto dettagliata e non più contestabile. Hanno infatti rinunciato all'appello i 37 lontani parenti che accusavano Aurelia (scomparsa nel 2014 a 97 anni) di essere incapace di intendere e di volere quando, nel 2011, decise di mettere nero su bianco le volontà del famoso fratello il cui patrimonio faceva gola a molti: oltre alla grande villa costruita dall'architetto Clemente Busiri Vici un secolo fa e acquistata da Alberto nel 1954, fanno parte dell'eredità il vasto studio di Via Emilia, conti correnti, titoli, azioni.
 


Ma la signorina Sordi, ha stabilito il Tribunale, al momento dell'atto era lucidissima (lo era anche quando elargì del denaro all'autista e alle persone di servizio, tutti assolti un anno fa dall'accusa di circonvenzione di incapace). E proprio per evitare l'assalto dei questuanti e rispettare la volontà di Alberto, dopo la scomparsa dell'attore si era rivolta alle persone di cui si fidava di più per creare la Fondazione Museo Alberto Sordi a cui destinare il tesoro ereditato. A condizione che venisse realizzato il museo all'interno della villa, vincolata peraltro dal ministero dei Beni Culturali a questa specifica destinazione.

IL CONCORSO - Presidente della Fondazione è Italo Ormanni, già magistrato di chiara fama, presidente onorario Walter Veltroni e vicepresidente Giambattista Faralli che fu molto vicino ad Aurelia e oggi rivela: «Un primo nucleo del Museo è già stato realizzato: è l'archivio che abbiamo riorganizzato, digitalizzato e sistemato nei locali più adatti della villa per riaccogliere la sterminata documentazione relativa alla vita e al lavoro di Sordi».

L'inaugurazione è prevista il prossimo 15 giugno, il giorno in cui Alberto avrebbe compiuto 100 anni. «Riconosciuto di particolare rilevanza storica dalla Sovrintendenza, l'archivio in futuro si aprirà anche ai contributi di altri attori e registi: diventerà un centro di consultazione su una stagione irripetibile del cinema italiano e sul ruolo centrale di Roma nella realizzazione dei grandi film».

I PROGETTI - Per creare il museo, tre anni fa la Fondazione aveva indetto un concorso per giovani architetti in tandem con la Fondazione Alberto Sordi Giovani (di cui è presidente Ormanni e presidente onorario Carlo Verdone) con la collaborazione della Facoltà di Architettura presso La Sapienza.

Avevano vinto tre progetti, tutti firmati da laureati under 30: costituiranno ora la base per dare inizio ai lavori rispettando così il desiderio di Sordi che dedicò tutta la sua vita al pubblico e al pubblico ha voluto lasciare il suo tesoro, frutto del suo lavoro.

«Quando si vince una causa c'è sempre soddisfazione», commenta l'avvocato della Fondazione, Claudio Martino, «ma quella più grande, per noi, è aver contribuito ad attuare la volontà di Alberto prima e poi di sua sorella Aurelia, con la quale avevamo personalmente preso un impegno.
La villa diventerà finalmente un museo, un luogo aperto e fruibile da tutti. Il rischio che prendesse un'altra destinazione è dunque scongiurato».

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