Tattoo, non mi piaci più: aumentano i pentiti della body art

Tattoo, non mi piaci più: aumentano i pentiti della body art
di Carla Massi
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Martedì 25 Agosto 2015, 23:57 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 15:09
Tempo di pentimenti. Per i tatuaggi. Le vacanze hanno regalato il tempo per guardarsi e farsi guardare. Basta con quel segno che ricorda un amore finito, basta con quella traccia di colore sbiadita fatta tanto tempo fa, basta con quei profili aggressivi sul bicipite echi di un’adolescenza turbolenta. Un milione e mezzo gli italiani tatuati, tra loro cresce la voglia di cancellare.

Tanto da aver ormai generato due movimenti opposti e paralleli: da una parte, tra i giovanissimi, cresce la moda della pelle disegnata (tra il 2009 e il 2013 un aumento del 442%) dall’altra, sale il numero dei pentiti. Quattro su dieci, tra l’autunno e l’inverno, chiederebbero ai dermatologi di intervenire con il laser o ai tatuatori di modificare il disegno da “dimenticare”. Una sovrapposizione di mode, ricordi e nostalgie. Si chiama “cover up”. Felice compromesso per dimenticare senza cancellare. Un nome di un ex fidanzato o un’ex fidanzata, raccontano i tatuatori, diventano draghi come farfalle che volano via. I giochi di ombre fanno il resto per rimuovere i “memento” del passato.



L’INTERVENTO

Un’operazione nuova vita che esige molta pazienza e molto tempo. In un pomeriggio “si batte” su un braccio un tribale come un cuore o uno scudo, settimane e settimane ci vogliono, invece, con il laser, per riportare l’epidermide alla sua origine. O quasi. Potrebbe, infatti, rimanere una sorta di ombra chiamata “fantasma del tatuaggio” che può durare per anni o anche per sempre.

Dodicimila, solo nel 2014, sarebbero stati i pentiti del tatooo secondo i dati dell’Aicpe, Associazione italiana di chirurgia plastica estetica (www.aicpe.org). È il momento per decidere e per ripensare. Perché da fine settembre il sole della spiaggia sarà archiviato e la pelle, per diversi mesi, resterà nascosta e protetta. «Togliere un tatuaggio è molto più difficile che farlo - spiega Luca Siliprandi chirurgo plastico vice presidente dell’Aicpe - Certe scelte si fanno da giovani, senza pensare che si tratta di un segno che ci accompagnerà per la vita. Il laser non sempre cancella del tutto, dipende dal colore, profondità, densità e tipo di pigmento. Oltre al fototipo del paziente, cioè dal colore della pelle. Se è scura il lavoro è molto complesso».

Già i colori. Più la body art su braccia, gambe e spalle è variopinta e più la sua rimozione sarà lunga e sudata. Verde, azzurro e giallo sono tenaci mentre il rosso rischia di scurirsi per effetto di eventuali materiali ferrosi che sono nel pigmento.



[TITOLINO]GLI STRUMENTI

Nella galassia dei pentiti anche il giovane che cerca lavoro e quel disegno che si vede gli crea problemi o chi, con un tatuaggio, ha avuto problemi con la risonanza magnetica per effetto del magnete che attrae i metalli pesanti contenuti nei colori. Colori, che nei primi giorni di agosto, sono stati passati sotto la lente dei carabinieri del Nas: il 18% dei pigmenti utilizzati sono risultati contaminati da cariche microbiche e funginee. Il pentito, oggi deve affidarsi al laser. «La tecnica più efficace è rappresentata dai laser Q-Switched - aggiunge Siliprandi - strumenti che producono un impulso di brevissima durata. Questo distrugge le cellule entro le quali sono accumulati i granuli di pigmento, spezzandoli in frammenti più piccoli, smaltiti nei liquidi corporei o da cellule migranti nei corso dei giorni e delle settimane successive. Va ricordato che tra una seduta ed un’altra devono passare almeno 45-60 giorni. Proprio per consentire la spontanea rimozione dei pigmenti. Da qui, il lungo lavoro per arrivare alla cancellazione».
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